All’inizio dell’attuale Via Gramsci lato Piazza Caricamento, annerite dalla fuliggine e asfissiate dallo smog, si trovano due statue dimenticate e poco note perché difficilmente visibili se non alzando lo sguardo.
Sono le immagini di due dei personaggi più illustri della storia di Genova realizzate, in due nicchie ricavate dalle facciate dei rispettivi palazzi, dal celebre scultore genovese G.B. Cevasco, a quel tempo appena diciottenne, ma già apprezzato maestro dell’arte dello scalpello:
Al 99r l’ammiraglio Andrea Doria, il signore del mare, colui che nel 1528 liberò la Superba dalla dominazione francese rispondendo a chi gli offriva in signoria la città: “Genova è nata libera e libera deve restare” (discorso in favore dell’Unione delle varie fazioni politiche pronunziato di fronte alla cittadinanza). Raffigurato qui nella sua cotta di rappresentanza pronto ad impugnare la spada a difesa della città.
Il cartiglio sottostante recita:
Io a libertà ti rendo
Da te, mia patria
Ad esser grande apprendo.
Al civico n. 9 ecco invece Cristoforo Colombo l’esploratore, colui che allargò i confini del mondo conosciuto e aprì nuovi sbocchi e frontiere commerciali e che, ovunque si trovasse, sempre un pensiero in cuor suo serbava per Genova: “Benché il corpo sia qui, il cuore è costantemente lì” (lettera ai concittadini indirizzata al Banco di S. Giorgio). Qui rappresentato in una veste elegante con, posato sopra ad una colonna, il globo a portata di mano.
La relativa epigrafe declama:
Dissi, volli, il creai
Ecco un secondo
Sorger nuovo dall’onde
Ignoto mondo.
Di fronte, parzialmente occultato dalla sopraelevata, l’orizzonte infinito del mare, il loro comune habitat naturale.
Infinito al quale sempre seppero andare oltre…
Non avevo mai visto queste statue e nemmeno sapevo che ci fossero,comunque mi sembra giusto che le abbiano messe di fronte al mare perché sono stati tutt’e due dei veri dominatori del mare.