In vico degli Adorno, angolo via Lomellini, si trova un pregevole bassorilievo in pietra nera.
Tale manufatto, risalente al XV secolo, rappresenta la Madonna col Bambino sotto alla quale al centro campeggia il trigramma di Cristo al centrcircoscritto in una ghirlanda retta da due putti.
AI lati due stemmi nobiliari abrasi raffigurati con gusto bucolico fra gli alberi.
Sulla cornice della base è incisa l’epigrafe:
PAX HVIC DOMVI. SEC XV.
In Copertina: il bassorilievo di Vico degli Adorno. Foto dell’autore.
Il portale marmoreo del civ. n. 7 di vico della Casana si fa notare per le sue colonne con lesene scanalate.
Alla base delle stesse due rilievi raccontano le gesta di Ercole nella lotta con Anteo e con il leone Nemeo su uno sfondo di alberi e rocce.
La trabeazione impreziosita da marmi policromi presenta al centro il cartiglio:
Perge Ivsta/ Cogitans/ M. C.
Sul fastigio con riccioli due angeli reggono uno stemma abraso.
In Copertina: il portale di Vico della Casana n. 7.
In Vico dell’Arancio 9r. si trova quel che resta di una settecentesca edicola di Madonna col Bambino.
Il tabernacolo marmoreo a tempietto è in stile classico.
Purtroppo la statua della Vergine, così come il rilievo raffigurante Dio Padre Benedicente che si trovava nel timpano è stato trafugato. Si è salvato invece, sotto la mensa, il rilievo di un cherubino alato.
Al civ. 19 della Salita ecco Palazzo Doria Danovaro con la copia dello splendido sovrapporta di S. Giorgio che uccide il Drago L’originale di fine XV secolo è stato rubato ad inizio del Novecento.
Il portale è realizzato ad imitazione del vicino, opera di Giovanni Gsgini, San Giorgio di palazzo Doria Quartara del civ. 14 .
Era privilegio esclusivo dei capitani che avevano difeso il vessillo di San Giorgio adornare l’ingresso della propria dimora con le effigie del patrono militare della Repubblica.
Dunque quando si notano in giro nei caruggi tali portali si è pur certi che lì in quella casa ha abitato un valoroso comandante della Signora del Mare.
In Copertina: San Giorgio che uccide il drago in Salita San Matteo. Foto di Giovanni Caciagli.
In via San Luca al civ. n. 12 si trova il Palazzo Salvago poi Serra.
Il portale dell’edificio è caratterizzato da due statue di “serveghi”, ovvero uomini selvaggi, armate di bastoni che stanno a rappresentare il carattere “rustego”della famiglia Salvago.
Varcato il portone nell’atrio un tripudio di colonne doriche con al al centro un ninfeo con statua di Cerere e conchiglia sostituita all’originale che rappresentava invece un Cesare.
In Copertina: Atrio di Palazzo Salvago in via San Luca n. 12. Foto di Stefano Eloggi.
Quest’immagine è per me assai gratificante perché credo, in tanti anni che mi aggiro fra i caruggi, di non aver mai vista la piazza così vuota e soprattutto sgombra dalla spazzatura.
In passato infatti proprio sotto il tabernacolo vuoto dell’edicola erano posti cassonetti straboccanti di rumenta.
La piazza che deve il nome al dismesso oratorio di Santa Maria degli Angeli, noto anche come di San Siro, si trova nella zona della Maddalena, in fondo a vico dei Droghieri.
Nel 1810 l’edificio religioso venne tramutato in biblioteca delle Missioni Urbane i cui volumi superstiti, dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale, sono ora custoditi presso la biblioteca Franzoniana.
Protagonista della piazza è la quattrocentesca edicola della Madonna col Bambino. Io l’ho ribattezzata l’edicola del degrado per via del suo imbarazzante stato di abbandono. Per fortuna la statua lignea originale è conservata presso la Galleria Nazionale di Palazzo Spinola in Pellicceria.
In passato, ancora qualche decennio fa, per Ferragosto i fedeli addobbavano la piazza e l’edicola con tappeti e stoffe preziose.
Un’altra edicola votiva del XVII-XVIII secolo, dedicata a San Rocco, si trova invece all’angolo con l’omonimo vico di Santa Maria degli Angeli.
In Copertina: Piazza Santa Maria degli Angeli. Foto di Giovanni Cogorno.
Al civ. n. 116r sul palazzo che un tempo fungeva da dogana si trova la grande edicola barocca di “San Giovanni Battista”.
Sul timpano spezzato il Padre Eterno benedice i passanti con la mano destra mentre con la sinistra regge un mappamondo.
San Giovanni è invece raffigurato nell’atto di preghiera con ai piedi l’agnello di Dio. Quando nel palazzo si sviluppò un indomabile incendio vennero portate qui dalla cattedrale le ceneri del santo e le fiamme d’incanto si spensero. Ritenuta pertanto miracolosa questa grande edicola a tempietto è divenuta nei secoli oggetto di grande devozione.
Alla sua base l’epigrafe: “Nostra Tutela Salve”.
In Copertina: L’Edicola di San Giovanni in Soziglia.
Al civ. n. 10 Piazza di Soziglia ci s’imbatte nell’edicola della “Mater Salutis” un medaglione del 1854 posto a ricordo dell’epidemia di colera che colpì in quell’anno la città ma che risparmiò miracolosamente gli abitanti del palazzo su cui è affissa.
Scolpita dal Cevasco si tratta dell’ultima edicola sicuramente datata innalzata nel centro storico.
Recita così l’epigrafe:
“Il Signore e gli Abitatori di Questa Casa / Cui Parve Grazia dell’Augusta Vergine Salutifera / Il Non Aver Compianto Persona / Tocca Tra Queste Pareti dall’Indica Lue / Con Dispendio Comune il 31 Dic. 1854 / Qui Ne Allogarono La Cara Effige / Condotta da Gio. Batta Cevasco Valente Scultore / Perché Duri Memoria di Tanto Beneficio”.
In Copertina: Edicola della Mater Salutis
Proprio di fronte al civ. n. 4 di Vico della Casana si nota un’antica lastra, purtroppo danneggiata, in pietra nera.
La lapide raffigura al centro il trigramma di Cristo. Ai lati due stemmi abrasi con motivi floreali a decoro.
In Copertina: la lapide in Vico della Casana.
In Piazza delle Erbe sul fronte del palazzo al civ. n. 6r che ospita il celebre Bar Berto si trova un’edicola del XIX secolo raffigurante la Madonna col Bambinello e San Domenico.
All’interno di una cornice rettangolare in stucco con decorazioni e motivi geometrici policromi è collocato un dipinto di autore ignoto.
Il Santo è in ginocchio in atto di adorazione mentre alcuni angeli sorvolano la Vergine e il Bambinello.
Alla base della cornice in rilievo un cherubino alato.