… Quando a Molassana…

… il ponte sifone sul torrente Rio Geirato, affluente del fiume Bisagno, sovrastava la campagna non ancora urbanizzata….

quando fino al 1926 la piccola casetta sorvegliata dai due palazzoni era la sede del Comune di Molassana…

quando il municipio lungo l’antica valle non era ancora stato inglobato nella “Grande Genova” disegnata dal Duce.

… Quando davanti alla Commenda…

… a marciare non erano più i valorosi crociati dell’Embriaco che avevano dato inizio e lustro all’epopea della gloriosa marinara, bensì le squadre di che omaggiavano il Duce… quando sul millenario selciato rimbombavano non lo sferragliare delle armature ma il bellicoso rumore dei passi dell’ignara meglio Gioventù…

quando i locali dell’Ospitale che un tempo fungevano da ricovero per i pellegrini in partenza o di ritorno dalla Terrasanta erano stati trasformati in abitazioni ed esercizi commerciali abusivi…

… Quando in Via Casaregis…

Quando, da pochi decenni, il quartiere della era stato inglobato (1873) nella città di Genova… quando i platani che ora ombreggiano erano poco più che arbusti… anzi pali di legno fra i quali si sarà certamente proteso in volo il futuro portiere del e della Nazionale italiana: il leggendario Giovanni De Prà, il ragno rossoblù che, in quella via diede i primi calci, pardon… afferrò i primi palloni, a difesa, come il paziente e svelto insetto, della sua rete.

 

… Quando si andava al Campo…

Quando per andare allo stadio si usava dire “vado al Campo” (il “Tempio” lasciamolo per le funzioni religiose)… operai ed impiegati ci andavano a piedi o in tram, i signori in auto stile gangsters di Chicago… quando in piena epoca fascista non si poteva dire 1893, bensì 1893… quando i cugini non esistevano ancora se non sotto forma di continue fusioni e trasformazioni… quando non v’erano dubbi su quale fosse l’unica vera squadra cittadina.

… Quando onda del mare e borgo…

quando onda del mare e borgo si carezzavano vicendevolmente… quando bagnanti e pescatori coesistevano a pochi metri di distanza… quando scogli e spiaggia si arrembavano al muraglione sotto la chiesa di S. Pietro. Quando anche nel nostalgico bianco e nero dell’immagine i colori sembrano irrompere per dipingere ed eternare panorami della Foce cancellati per sempre.