Nel luogo dove si staglia oggi la chiesa di S. Stefano un tempo esisteva quella antichissima voluta dai Longobardi intitolata a S. Michele arcangelo, il loro santo guerriero. Il noto campanile in origine era una torre arimannica utilizzata come presidio dai soldati di stanza in città.
Sulle fondamenta della chiesa longobarda nel 960 d.C. il vescovo Teodolfo affidò ai monaci benedettini l’erezione del nuovo tempio intitolato a S. Stefano, ancora oggi, nonostante le varie ristrutturazioni occorse nei secoli, uno splendido esempio di stile romanico ligure.
Per la prima volta a Genova si inaugura l’usanza di costruire gli edifici religiosi a lesene bianco nere. Gli esterni della chiesa sono infatti costituiti da fasce di marmo nere provenienti dalla cava di S. Benigno (il famoso marmo di Promontorio) e bianche originarie delle Alpi Apuane.
Fino ad allora le chiese genovesi erano scolpite nel marmo nero poi, con il graduale ridursi della vena del Promontorio, si stabilì di utilizzare anche quello bianco di Carrara.
Oltre che per la costruzione dei templi (S. Maria in Via Lata, San Lorenzo, S. Matteo, S. Agostino…) venne concesso, in ossequio al loro prestigio, anche alle quattro grandi nobili famiglie genovesi Doria, Fieschi, Spinola e Grimaldi di sfoggiare i marmi bicromi per la realizzazione delle proprie dimore.
E’ bellissima la chiesa di Santo Stefano,non sapevo che anticamente fosse dedicata a San Michele Come sono belle le altre nostre chiese in stile romanico ligure.Non vorrei dire un’eresia ma forse è stato un bene che si esaurisse la vena di marmo nero.
Come sempre molto interessante.
Non ero assolutamente a conoscenza della storia di questa chiesa. Grazie