Storia di un Imperatore ligure…

… antesignano del commercio e dell’avarizia genovese.
Publio Elvio “Pertinace” così chiamato per la sua tenacia nel continuare i commerci paterni, nacque ad Alba Pompeia (odierna Alba in Piemonte), secondo altri storici invece, probabilmente, a Vada Sabatia (Vado Ligure).
In ogni caso (Liguria o Piemonte che sia) nella Regio amministrativa IX Liguria.
Terminati gli studi classici si dedicò alla carriera militare prestando servizio prima in Siria, poi in Britannia, quindi in Germania, Dacia e Nord Europa.
Al seguito di Marco Aurelio (l’imperatore del film “il Gladiatore” si distinse come valente generale e venne nominato console, successivamente promosso a governatore della Siria e, infine, senatore.
Alla morte di Marco Aurelio continuò il suo operato, fedele al nuovo imperatore Commodo, il quale, prima lo inviò in Britannia a sedare rivolte, poi lo nominò proconsole d’Africa e, infine, lo proclamò prefetto.
A sessantasei anni, deceduto Commodo, assassinato dai congiurati, Pertinace venne acclamato imperatore.
Gli storici del tempo così lo descrivono:”… era un vecchio dall’aspetto venerando, con barba lunga e capelli crespi, un po’ panciuto, anche se la sua alta statura gli conferiva un aspetto veramente imperiale.”
Da buon ligure in soli tre mesi, tanto durò il suo regno (a sua volta assassinato dai militari), riorganizzò e risanò il pubblico erario.
Ancora raccontano di lui:”… Poteva sembrare cordiale, ma di fatto era tutt’altro che generoso, anzi era tanto spilorcio da offrire ai suoi commensali solo carciofi e mezze lattughe… era tanto sobrio nello spendere quanto avido di guadagno… anche da imperatore continuò, tramite i suoi incaricati, a commerciare lana e legname… come privato cittadino venne accusato di aver ampliato troppo i suoi possedimenti in Liguria, dopo aver oppresso e praticato l’usura sui piccoli proprietari.
Come console vendette cariche e congedi militari e trasse profitto da ogni sua attività divenendo, in pochissimo tempo, ricchissimo.
Insomma la nostra attitudine al commercio, “Genuensis ergo mercator” (genovese quindi mercante) diranno nel Medioevo e la nostra proverbiale parsimonia hanno radici molto lontane.

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