A differenza di quasi tutte le altre città occidentali Genova non possedeva una piazza principale sede dei poteri pubblici, ma un groviglio di vicoli e piazzette che rappresentavano altrettante delimitate zone di potere delle singole famiglie.
Si formarono così delle libere associazioni di marinai e mercanti con scopo di solidarietà corporativa dette, appunto, Compagne.“Le armi delle otto Compagne”.
In origine furono tre:
1) di Castello da Sarzano a Ravecca 2) di Macagnana da S. Ambrogio a Canneto 3) di Piazzalonga da S. Bernardo e S. Donato a Giustiniani, poi aumentarono a sette;
4) di S. Lorenzo dalla Cattedrale alle zone circostanti 5) della Porta da S. Pietro ai quartieri limitrofi 6) di Sussilia dai macelli alla zona di Banchi 7) di Prè da Fossatello a S. Agnese e, in ultimo, divennero nel 1134, otto, con l’aggiunta di 8) Portanuova da S. Siro alla Maddalena.
Quattro dentro e quattro fuori le Mura.
Ciascuna veniva rappresentata da Consoli che erano ad un tempo giudici, governatori e generali.
Il Caffaro racconta come, probabilmente già da prima ma, certamente dal 1099, queste costrinsero la nobiltà feudale a giurare fedeltà alla Compagna Comunis e ad eleggere la propria dimora all’interno delle mura, dando origine alla nuova organizzazione del libero Comune.