quando la via intitolata al celebre patriota trentino era ancora poco più che una creuza in una distesa di prati e sterrati… quando non c’era ancora la scuola Diaz, teatro delle arcinote nefandezze legate al G8… quando in fondo alla piazza il civico sede oggi di un supermercato nel dopoguerra avrebbe accolto un deposito per pullman (Delle Alpi)… quando nemmeno esisteva il capolinea della linea 36 del bus… ma solo gli anelli a cui legare i quadrupedi.
Verso la fine di via Battisti si intravede una piccola altura con una villa contornata da un giardino.Detta costruzione venne bombardata e totalmente distrutta durante l’ultima guerra e noi bambini negli anni 1946-1949 chiamavamo quei ruderi il “montino ” e ci impegnavamo in lunghe battaglie con lanci di pietre che terminavano quando uno di noi veniva ferito e le mamme accorrevano a riportarci a casa a forza di schiaffi e rimproveri.
Negli anni cinquanta il “montino” venne spianato e così anche per noi era finita definitivamente la nostra guerra e la nostra fanciullezza.
Nell’edificio bianco prima del supermercato, tra gli anni 60 e 70, c’era una auto officina. Noi bambini giocavamo a pallone in piazza Merani davanti alla stradina che porta al campo da tennis che probabilmente è stato costruito sulla spianata del “montino”. Mancano tre edifici sulla destra (tralasciando quello d’angolo con via Trieste, che sarebbe fuori dal quadro) di cui uno quello della già citata scuola (per me, media Pascoli, anche se sul frontale ha ancora oggi la scritta Diaz) e sulla sinistra l’edificio del mio asilo ed elementari (questa volta, per me, Diaz).
Il campo da tennis e la casa accanto furono edificate negli anni cinquanta .Precedentemente esisteva una casa di campagna con annesso un grande terreno con campi da bocce e alberi che 0ffrivano refrigerio durante la stagione estiva ai molti giocatori che si sedevano accanto ai grandi tavoli per bere vino e mangiare panini con il salame .
Il gestore dei campi si chiamava Angiolino e viveva con la moglie e figli nel vecchio casolare dove a piano terra gestiva una osteria e vendeva al minuto oli e vini della provincia di Lucca sua terra di origine.