Quando nel 1913 venne costruito l’originale ristorante- chalet, un gioiello in art déco incastonato sulla passeggiata di Nervi come i muscoli sulla sottostante scogliera. Un locale la Marinella, come raccontano le cronache del tempo, in grado di offrire ai propri avventori: “pranzi a tutte le ore, spettacoli di arte varia, danze esotiche, attrazioni e curiosità”.
Quando al crepuscolo degli anni’20 venne ristrutturata secondo gli stilemi dettati dall’architettura razionalista. A progettarla fu il milanese Giacomo Carlo Nicoli nel 1934-35 che la concepì a forma di una moderna nave. La nuova Marinella venne pensata con le finestre a nastro per seguire la linea delle curvature di poppa e prua e con oblò da cui godere della vista del mare. Una nave bianca arenata sulla scogliera che a me da bambino ricordava tanto la balena bianca del “Moby Dick” di Melville ed io infatti, mentre gustavo il paciugo, mi immaginavo nei panni del Capitano Achab sulla tolda della baleniera Pequod.
Nell’idea del suo mentore invece doveva tramutarsi in una passeggiata percorribile da tutti i lati per permettere di ammirare lo spettacolare panorama; dato che la veranda impediva tale passaggio venne quindi abbattuta.
Quando nel salone delle feste, proprio come in quello di una grande nave da crociera, prima che fosse trasformato in ristorante, si poteva ascoltare musica e ballare.
“Un locale dove si ballava, bello, con tutte conchiglie, reti appese, luci verdoline, sembrava di stare in fondo al mare”, lo descriveva Dacia Maraini in Memorie di una ladra).
Dagli oblò all’oblio il passo è breve, basta aggiungere una vocale, e sul finire del secolo scorso la struttura è stata trascurata e lasciata cadere a pezzi.
Per fortuna recentemente è stato approvato il piano di recupero presentato da un trio di imprenditori che si impegneranno a riportare la Marinella al suo antico splendore.
Al piano alto ospiterà, infatti, 2 suite, 3 mini-suite e 4 stanze (18 posti letto in tutto), al piano terra bar, ristorante e gelateria e, sotto, un centro benessere e un pontile, removibile, per l’approdo delle barche sulla scogliera.
Parafrasando il poeta: “Questa di Marinella è la storia vera che scivolò nel mare a primavera
ma il vento che la vide così bella
dal mare la portò sopra a una stella”.
Affascinante ieri come oggi. 1913 – 1934 – 2024. Felice che sia stata riaperta per noi genovesi e al turismo