In Vico dei Carmagnola, dal nome dell’illustre famiglia piemontese trasferitasi nella zona attorno alla metà del ‘400, si trova il Palazzo di Giovanni Garibaldi, casato originario di Né nell’entroterra di Lavagna.
Una dimora dal fascino antico e decadente la cui bellezza s’intuisce già dal portale in pietra nera di Promontorio che ne nobilita l’ingresso. Decorato con fregi di teste imperiali, volatili, elmi e coppe onuste di fiori. Sui sopra capitelli due delfini legati a una coppa pisside.
Ma la vera meraviglia si trova al primo piano dove si dipana lo scalone monumentale sorretto da colonne doriche. Qui, a fianco dell’immancabile medaglione tondo in pietra nera con l’effigie di S. Giorgio in lotta con il drago, s’incontra un’Adorazione dei Magi del XV sec.
La dinamica della scena richiama fortemente quella della più celebre Adorazione del Presepe degli Orefici. I tratti e gli stilemi dell’artista, essendo il periodo coevo, sono molto simili, ma non sono gli stessi. Lo scultore, in questo caso, non riesce ad eguagliare la perizia, manifestata in Via Orefici, da Elia e Giovani Gagini. La pietra utilizzata è di minor pregio, le figure non sono così morbide e mancano della cura del dettaglio. Ciò nonostante il risultato d’insieme adempie alla sua scenografica funzione.
Un quattrocentesco bassorilievo che ovunque farebbe bella mostra di sé in qualsiasi museo, a Genova giace dimenticato in disparte nel ballatoio di un palazzo come tanti.
Che spreco.
Noi genovesi possiamo permettercelo