Il drammaturgo russo Anton Cechov nel 1896 compone la sua più celebre commedia “Il Gabbiano” un’allegoria spietata di quel male inevitabile, il fuoco fatuo, che è la passione di un quarantenne per una fanciulla e, viceversa, l’estatico invaghimento di una fanciulla per un quarantenne. Trigòrin cerca evasioni e risposte nell’amore di Nina che incarna la giovinezza e la giovinezza Nina rifugge il giovane Trepliòv innamorato, per fuggir con Trigòrin, al quale l’Arkàdina, come lui quarantenne, nella paura di perderlo, si aggrappa disperatamente, coccolandolo con melliflue tenerezze e scaltri vezzeggiativi, pur di tenerlo a sé.
Questa in estrema sintesi la trama della commedia ma il brano che a noi interessa riguarda il dialogo in cui compaiono altri due personaggi del romanzo e in cui l’autore dichiara apertamente la sua predilezione per la Superba:
Medvedenko: Posso chiedervi, dottore, quale città straniera vi è piaciuta di più?
– Dorn: Genova.
– Trepliov: Perché Genova?
– Dorn: Per le strade di Genova cammina una folla meravigliosa. Quando si esce, di sera, dall’albergo, tutta la strada è colma di gente. Poi te ne vai a zonzo, senza una meta, di qua e di là, a zig-zag, tra quella folla; vivi della sua vita, ti confondi a lei nell’anima; e cominci a credere che possa esistere una sola anima universale …
Genova è la città più bella del mondo”.
Già. .è una cosa meravigliosa una città stupenda e non sapevo che fosse conosciuta. .così tanto. .sono contenta
Zena, nel cuore per sempre