Quaresimali e Cavagnetti

Molto semplice e, per questo quasi dimenticata, è la tradizione dolciaria pasquale genovese che, prima che sulle tavole arrivassero colombe e uova di cioccolato, prevedeva quaresimali e cavagnetti.

I primi sono dolcetti con impasto di mandorle aromatizzato all’acqua di fiori di arancio.

Al di là delle recenti innovazioni le forme tradizionali sono tre: canestrellini con acqua dei fiori di arancio, mostaccioli a mò di losanga con marmellata di fichi e limoni, marzapane realizzati sull’ostia e ripieni di sciroppo di zucchero fondente a gusti vari (cioccolato, caffè, composte varie di frutta). 

Infine la decorazione che può variare da confettini di semi di finocchio a codette di zucchero o monpariglia colorata.

Si trovano in tutte le pasticcerie del territorio anche se i più apprezzati (e costosi) sono quelli della Confetteria Romanengo che -pare per prima- li realizzò sulla base dell’originale ricetta, preparata proprio in occasione del precetto quaresimale, delle monache agostiniane del convento di San Tommaso.

Quaresimali. Immagine tratta dal web.

I cavagnetti (o cavagnin) invece sono dei cestini (cavagno in genovese) di pasta frolla decorati con un uovo sodo al naturale o colorato.

Questi dolci venivano benedetti in chiesa insieme all’ulivo e alle palme durante l’omonima Domenica e donati ai bambini.

Particolari cavagnetti contenenti due uova (di solito rosse) e non solo una erano riservati ai promessi sposi che potevano così, pegno del loro amore, scambiarseli e conservarne uno ciascuno.

In Copertina: i cavagnetti. Foto tratta dal sito DonnaD.

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