L’Annunciazione dei Francescani

All’inizio di Via Balbi, proprio sul retro del lato sinistro della chiesa dell’Annunziata, si trova una minuscola piazzetta con l’accesso al Convento Francescano.

L’imponente portone dell’edificio è sovrastato sul timpano spezzato da un’elegante edicola rettangolare.

Primo piano dell’Annunciazione.

La scena raffigurata è quella classica con la Vergine inginocchiata che riceve dell’arcangelo Gabriele la buona novella.

Sul trave del portale un cherubino alato con sotto un rilievo con due braccia incrociate.

Edicola in via Galata 25

Anticamente via Galata, prima di essere intitolata in onore del quartiere genovese di Istanbul, era nota come “creuza magra” e collegava il convento di Nostra Donna del Rifugio (attuale piazza Brignole) con le pendici del colle di Carignano.

La direttrice inglobava a quel tempo anche l’odierna via Cesarea nel tratto dove sorgeva il grande edificio del manicomio costruito nel 1830 e demolito, a fine secolo, in occasione della costruzione di via XX Settembre.

Al civ. n. 25 di via Galata si trova uno splendido medaglione marmoreo settecentesco di autore ignoto.

Nel tondo è scolpita a rilievo una raffinata rappresentazione di Madonna col Bambino.

In copertina: medaglione di via Galata 25. Foto di Franco Risso.

Madonna in Trono in Via Lomellini n. 5

In Via Lomellini n. 5 si ammira l’elegante accessi di palazzo Centurione Cambiaso.

Il portale a lesene lisce è caratterizzato da due elmi e da una un grande scudo con stemma abraso.

Sul timpano spezzato si trova una splendida edicola secentesca nota come Madonna in Trono.

Il tabernacolo rettangolare ospita la Vergine seduta mentre regge il bambino in piedi.

Sotto la trave l’epigrafe Svb Tvvm Presidivm.

In copertina: Portale di Via Lomellini 5. Foto di Leti Gagge.

Portale Nicola e Gio. Batta Spinola

Al civico n. 14 di via San Luca si trova il portale del XVI- XVII sec. di palazzo Nicola e Gio. Batta Spinola.

Particolari in tale nobile accesso sono le due enigmatiche erme con turbante che reggono capitelli ionici.

Sul trave si distingue un mascherone femminile centrale fra triglifi a mensola.

Il classico stemma col monogramma di Maria caratterizza il timpano spezzato con grandi riccioli.

L’attribuzione dell’opera è incerta: secondo alcuni a G.G. della Porta, secondo altri al Valsoldo. Certo il portale presenta tratti in comune con quello di Salita Santa Caterina. n. 3.

All’esterno dell’edificio, nonostante la sua importanza abbastanza trascurato, ai piani alti risultano ancora visibili brani dei superbi affreschi eseguiti nel 1560 da Ottavio Semino e nel 1610 da Gio. Andrea Ansaldo.

In copertina: Portale in via San Luca n. 14. Foto di Leti Gagge.

Gli ammiragli in Piazza Palermo n. 3

Al civico n. 3 di Piazza Palermo proprio accanto alla sede della Pubblica Assistenza della Croce Bianca locale è possibile ammirare un elegante portone in stile neo gotico rinascimentale.

Gli stipiti del signorile ingresso sono intarsiati e il trave è sovrastato da un tripudio di disegni geometrici, riccioli e volute.

Le due nicchie su basamento a colonna culminanti in cuspidi ospitano le statue di altrettanti illustri genovesi: Cristoforo Colombo a sinistra e Andrea D’Oria a destra.

Il primo vestito elegantemente è rappresentato assorto nei suoi pensieri mentre regge in mano il globo. Chissà quale rotta starà studiando?

Il secondo invece dall’aspetto austero è bardato nella sua cotta di rappresentanza. Con una mano stringe una pergamena arrotolata. Forse un’importante missiva o un vantaggioso contratto? Con l’altra impugna fiero l’elsa della sua preziosa spada di prestigioso Defensor della cristianità.

Le due sculture richiamano palesemente quelle più famose, ma altrettanto sconosciute ai più, di G.B. Cevasco in Via Gramsci al civ. 99r.

In copertina: il portale del civ. n. 3 di Piazza Palermo. Foto dell’autore.

L’edicola dell’incuria

Edicola dell’incuria così ho “battezzato”questa grande cornice abbandonata che si trova in vico Cioccolatte nel quartiere del Carmine.

Osservandola da vicino si notano ancora labili tracce del dipinto che ospitava: una Madonna col Bambino e altri personaggi non definibili alla base riemergono da un lontano passato nonostante il colpevole abbandono.

In copertina: edicola di vico Cioccolate. Foto di Giovanni Caciagli.

La lunetta in Via Fiume 11r.

Persino nella moderna Via Fiume, un tempo località Bisagno Sottano, è possibile ammirare preziose testimonianze artistiche del passato.

E’ questo il caso del civ. n. 11r dove una volta aveva sede il celebre ristorante (oggi in Viale Brigata Bisagno 69r) Gran Gotto.

Qui, nella lunetta ricavata dal tamponamento della loggia, è ancora visibile un affresco secentesco raffigurante la Madonna col Bimbo, città, Lanterna e santi protettori della Repubblica.

La Grande Bellezza…

In copertina: la lunetta affrescata di Via Fiume. Foto di Franco Risso.

Il Portale di Tursi

Per noi genovesi Tursi è il palazzo del Comune. In realtà la sua prima intitolazione fu Palazzo Nicolò Grimaldi.

L’edificio venne realizzato su progetto dei fratelli, Giovanni e Domenico, Ponzello.

Dai Grimaldi la proprietà passò di mano a Giovanni Andrea Doria e poi al figlio Carlo, duca di Tursi, a cui si deve l’odierna intestazione.

Il cinquecentesco palazzo, il più esteso di tutta via Garibaldi fu sede, a fine ‘700, della corte di Maria Teresa di Parma e per un decennio del collegio dei Gesuiti (1838-48).

Costoro stravolsero gli interni originali cancellando parecchi affreschi e decorazioni “blasfeme”, demolirono o spostarono molte opere d’arte.

Dopo la dominazione sabauda finalmente nel 1848 il palazzo fu donato al Comune di Genova.

Il sontuoso portale di impianto classico presenta colonne doriche, fornice arcuato, con sull’antico trofei e statue a coronamento dello stemma cittadino che riporta anche la testa di Giano sia alla base che al vertice, sotto la corona.

Al centro un mascherone ghignante con orecchie di satiro che in origine reggeva le insegne dei Grimaldi.

Gli altri vistosi mascheroni che ornano le finestre del piano rialzato sono invece opera di Taddeo Carlone e si ripetono anche nei prospetti laterali affacciati sui giardini.

La Geande Bellezza…

In copertina: lo stemma del portale di Palazzo Tursi.