le Mura delle Grazie e della Marina segnavano il confine fra la città e il mare.
Erette nel dodicesimo secolo furono più volte risistemate fino a trovare la definitiva configurazione nel 1630, all’interno delle Mura Nuove.
Quando venne edificato il tratto della Marina con l’omonima Porta posta in corrispondenza dello sbocco a mare del Rio Torbido.
Con la costruzione della Circonvallazione a mare le Mura persero la loro funzione di baluardo per ridursi a semplice muraglia di contenimento per la stradina che la costeggia.
Al centro del seno di Giano, davanti ai due grandi archi ancora oggi visibili, lo scoglio Campana, fonte di ispirazione di innamorati e poeti come Domenico Monleone che, nel 1928, compose la celebre lirica ” A- o Scheuggio Campann-a”.
Sepolto dal cemento lo scoglio, accompagnato dal mare, intesse il suo lamentoso canto.
convivevano l’antico e il moderno… I pescatori, come per secoli i loro avi, ritiravano reti colme di acciughe e sardine, pronte per essere consegnate ai carretti che le mogli portavano in giro per le vie di Genova…
quando il Bisagno concludeva, senza vergogna, il suo viaggio in mare…
quando al posto del vecchio Lazzaretto, lamiera su lamiera le gru dei Cantieri Odero, costruivano le navi, orgoglio della Superba, in giro per il mondo….
Ospitale di San Teodoro la Via alla Lanterna, da poco, si chiamava Via Milano….. e la sua Terrazza che sovrastava i Magazzini Generali, era meta delle passeggiate del dì di festa….
le persone si incontravano, le dame passeggiavano, gli artisti sognavano e gli intellettuali discutevano…
quando il tempo scorreva lento senza l’ansia di rincorrere se stesso… caffè, negozi, birrerie, ristoranti e librerie… sotto grandi vetrate… e, dall’alto, mentre le statue di Giano presenziavano discrete, i Grifoni, appollaiati sui lampioni di ferro battuto, osservavano impassibili…
circa 2500 anni addietro, nasce da qui…
da questa collina sopra la scogliera… greci, romani, etruschi, fenici, massalioti, arabi e nord africani si incontravano nell’insenatura sottostante, teatro naturale dei loro commerci… così nel v secolo a C. è nata Kainua, Genova.
le due anime, quella antica e nobile e quella moderna e borghese, coesistevano senza darsi fastidio…
Hanno vinto i marmi cinquecenteschi lustro dei Sauli… San Giacomo non c’è più, da tempo ha seguito i cipressi nell’abbandono ed lasciato spazio alla Circonvallazione a mare…
Si stagliava a picco sullo scogliera dove oggi sorge il Poggio della Giovine Italia. Nella seconda metà dell’800, nei suoi sotterranei venivano gettati i corpi dei giustiziati per impiccagione presso la sottostante Cava. Per questo era nota anche come “la parrocchia degli impiccati”. Nel 1905 la secolare chiesa venne demolita e i resti umani dei condannati trasferiti al cimitero di Staglieno.
La Basilica, dall’alto delle sue cupole, domina solitaria e triste il colle…
in quanto a lenzuola al vento, rivaleggiava con Santa Brigida e con la Madre di Dio… quando anche le millenarie arcate, testimoni di avventure crociate, diventavano improvvisati stenditoi… sotto, al piano terra, botteghe sul selciato dell’Embriaco… e il Campanile osservava perplesso…
non è cambiato granché… la cremagliera della Funicolare Principe Granarolo adempie con solerzia al proprio compito… risparmiando agli umani disumane fatiche…
si arrampica verso un cielo da sempre in salita…
In Vico della Neve, fino alla fine dell’800, si trovavano le botteghe che vendevano ghiaccio e neve necessari per la conservazione degli alimenti.
Venivano prodotti dalle neviere ricavate nei pressi del Forte Diamante.
Come ogni mestiere o corporazione che si rispetti anche questi artigiani eressero la loro edicola intitolandola alla Madonna Regina e al Bambinello. Realizzata in stucco nel XVIII sec. oggi, purtroppo, giace mutilata e trascurata, dimenticata da tutti nel più imbarazzante degrado.
La Madonna della Neve, questo il suo nome, ha sopportato il freddo delle neviere ma non quello dell’indifferenza.
non bastarono due piazze, De Ferrari e della Vittoria, stracolme di folla adulante per ascoltare il discorso del Duce… quando Benito incensò la potenza marittima dei genovesi, baluardo e orgoglio nazionale… quando proclamò la vicinanza del regime alla Germania nazista di un Hitler, da poco transitato di passaggio dalla Superba… quando il bene che
Mussolini voleva agli italiani era così commovente… da portarli a morire in guerra… quando Genova non si era ancora ricordata del suo glorioso passato repubblicano…