Edicola di San Francesco da Paola

In Via della Maddalena all’angolo con Vico Boccanegra, proprio di fronte alla casa natale del primo doge della repubblica, è esposto il calco di una statuetta di san Francesco da Paola.

Un tempo la profonda nicchia conteneva la settecentesca Madonna dell’Immacolata Concezione. La base del tabernacolo, decorata con ampie volute con riccioli e motivi floreali, è molto sporgente ed è sostenuta da un imponente cherubino alato.

Edicola in Via della Maddalena 48 c/r

In Via della Maddalena all’angolo con Vico Lavagna si trova un’edicola con una curiosa immagine. Il settecentesco tabernacolo che un tempo conservava un dipinto ad olio della Madonna della Guardia, oggi è occupato dalla colorata immagine di una ragazza alle prese con il telefonino.

Come ricorda la sottostante targhetta l’immagine originale dell’edicola è conservata presso il Museo di S. Agostino.

La Sacra Famiglia in Vico Droghieri

In quello che, come ci ricorda il toponimo, era la zona dove si potevano trovare tutte le spezie del globo terracqueo s’incontra Vico dei Droghieri. Qui, all’angolo con Vico Porta Nuova, si può ammirare una delle edicole più eleganti ed emozionanti allo stesso tempo.

Si tratta del calco della Sacra Famiglia del XVII – XVIII sec. attribuita a Bernardo Schiaffino che rappresenta in un grazioso medaglione marmoreo il Bambinello fra le braccia della Vergine e San Giuseppe che porge dei frutti.

Colpisce lo sguardo dolce di madre di Maria rivolto a Gesù che sembra un bambino qualsiasi fra le braccia della mamma mentre riceve i frutti dalle mani del premuroso Giuseppe.

Padre e figlio si scambiano complici occhiate e questo gioco di sguardi conferisce alla scena delicatezza e una nota di commovente intimità.

Un vero e proprio capolavoro in cui i personaggi del bassorilievo sembrano, sporgendosi dall’ovale, venirci incontro.

Edicola in Vico Amandorla 5

Il caruggio degli Amandorla offre sicuramente uno scorcio suggestivo e deve il suo nome all’omonima famiglia di famosi argentieri che avevano qui impiantato le proprie case e laboratori.

Al civ. n. 5 sulla sommità del muro di un cortiletto privato si trovano i resti di una settecentesca edicola che è stata recentemente restaurata e riempita con una piccola statua della Vergine col Bambino in sostituzione dell’originale andato perso.

Madonna col Bambino e San Giovannino in Via della Maddalena

In Via della Maddalena all’esterno della chiesa si trova l’edicola della Madonna col Bambino del sec. XVII – XVIII.

Il tempietto marmoreo è in stile classico con colonne lineari e timpano curvo e spezzato la cui cornice è stata restaurata nel 2009 – 2010.

Il dipinto originale è scomparso ed è stato sostituito – come ci ricorda la sottostante targhetta – nel 2011 – 2012 con una splendida Madonna col Bambino e San Giovannino ad olio su ardesia opera di Luca Orecchia in collaborazione con l’Accademia Ligustica di Belle Arti.

Edicola in Vico della Casana 6

“Edicola dell’Immacolata Concezione in Vico della Casana n. 6”.

In Vico della Casana n. 6 si può ammirare la settecentesca edicola della Madonna dell’Immacolata Concezione. In stile barocco è realizzata in stucco e ideata come una grande conchiglia che regge la mensa e il fastigio con teste di cherubini.

La nicchia che conserva la statua è incastonata in un’elaborata cornice policroma decorata con motivi floreali. L’intera struttura è appoggiata su grande arco in pietra tamponato a testimonianza di una precedente loggia,oggi scomparsa, in loco.

Sopra fregi di archetti in laterizio e peducci in pietra. Come spesso accade la statua originale della Vergine è stata rubata e sostituita con una copia.

L’Asinello l’aperitivo corochinato.

Per me che da studente nei primi anni ’90 bazzicavo nella zona soprattutto nelle serate del fine settimana era una tappa fissa. La “Movida” iniziava immancabilmente con uno o più giri di “asinello”, l’aperitivo corochinato genovese.

L’Asinello, distribuito da Vini Allara di Pra’ e prodotto dalla Toso Vini S.p.A. di Cossano Belbo (Cn), si ottiene con vino di qualità, zucchero, alcool e sapiente infusione di selezionate erbe, fiori, semi, bacche e cortecce aromatiche, in proporzioni gelosamente custodite.

Riporto pari pari quanto decretato dagli enologi:

“Al naso ha sentori floreali, al palato è dolce con finale amarognolo. È duttile nell’utilizzo: a fine pasto, come base cocktail e come aperitivo”.

Negli anni ’60 l’Asinello ebbe il suo periodo di maggior splendore ma fu agli inizi degli anni ’70 che iniziò a diffondersi su larga scala. Gli attempati ragazzi di allora ricordano ancora la città tappezzata di inconfondibili manifesti arancioni con la bottiglia del liquore protagonista in primo piano accanto al volto sfocato di una ragazza con slogan, un po’ in stile “Milano da bere”, del tipo:

«Il vero Corochinato» e «oggi beviamo un vino aperitivo».

Ma l’aperitivo «di gran lusso l’asinello», come recita l’inimitabile etichetta retrò verde chiaro (etichetta originale che si porta sulle spalle più di un secolo!) per fortuna non è milanese ma genovese e vanta una genesi antica in linea con quella della nostra città.

“L’Asenetto” nasce infatti nel remoto 1886 – spiegano gli esperti in materia – ancora da un vino bianco «neutro» aromatizzato tipo Vermouth, che passa attraverso l’infusione a freddo per un mese di circa 18 selezionate erbe, bacche, fiori, semi e cortecce aromatiche (tra essi china, salvia sclarea, cardo santo, bacche di ginepro, assenzio pontico, condurango, legno di quassio, radice di genziana) ed arriva dopo circa 6 mesi di invecchiamento in vasca a 16% alcolici.

Veniva normalmente servito liscio, con seltz o con l’aggiunta di un’oliva o, in alternativa, di una fetta di limone magari accompagnato a qualche tocchetto di focaccia.

Con abile intuizione il Corochinato» si chiama così perché unisce il nome del borgo di Coronata (il primo vino usato era infatti un bianco di Coronata) a quello della China (nota corteccia di piante arboree usata anche per le virtù digestive), che ne è ingrediente fondamentale. 
Testimone di uno stile di vita e di uno “scorrere del tempo” meno vorticoso tutta la filiera della sua produzione era artigianale.

Addirittura fino a pochi anni fa persino il codice a barre veniva applicato a parte ed a mano su ogni singola bottiglia.

Ma se volete gustarlo ancora oggi – niente paura – in Via Canneto il Lungo 77 esiste l’antica bottiglieria Marchesa che dal 1982 ne è divenuta l’indiscussa depositaria e regina.

A tal punto che, per tutti nei caruggi, il suo è il Bar degli Asinelli!

La Casa delle Barche

La zona di S. Francesco da Paola è quella che ospita l’omonimo santuario tanto caro ai naviganti.

Non stupitevi quindi quando, in Via Pagano Doria, incontrate l’elegante edificio del civ. n.42 con balconi e cancellate a forma di barche…

La Grande Bellezza…