Il Portale di san Silvestro

Nella zona verso S. Maria di Castello i giardini che degradano sul colle in quell'epoca facevano parte del confinante complesso di S. Maria in Passione. Quest'area, oggi chiusa da una grata di ferro, costituiva l'antica piazza di S. Silvestro, l'originario ingresso degli omonimi convento e chiesa.

La contrada venne ripetutamente danneggiata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale ma nonostante ciò il magnifico portale barocco rimase intatto.

Così l'importante scultura realizzata nel 1707 nel dopo guerra venne trasferita nel cortile del giardino di Palazzo Rosso.

Per la sua complessa realizzazione collaborarono tre maestri dello scalpello:

i due splendidi angeli alati che fungono da telamoni infatti sono opera di Giacomo , il medaglione sorretto da due angeli di Carlo Cacciatori, mentre gli elementi architettonici, di Angelo Maria Mortola.

La Madonna della Pappa

Opera del pittore olandese di scuola fiamminga David Gerard (Oudewater 1460-Bruges 1523) a si trova questa particolare rappresentazione della Vergine con il Bimbo.
” (1510 -1515), questo il suo nome, è un dipinto appartenuto alla collezione privata Brignole -Sale che fu acquistato probabilmente nel corso del ‘800 dalla duchessa stessa.

Trasferito dapprima nella residenza parigina dei Galliera, nel 1874 rientrò a Genova a Palazzo Rosso ed insieme alla raccolta di altre opere che avrebbero costituito il futuro embrione dei Musei di Strada Nuova, venne donato al Comune di Genova.

La specificità di questo quadro si ravvisa nell'intimità della scena rappresentata.

La Vergine, dall'umile atteggiamento e il dolce sguardo sembra una mamma qualunque immortalata nel più materno dei gesti quotidiani, la preparazione – appunto – della pappa.

Una mamma premurosa che tiene sulle ginocchia il suo bambino e si prepara ad imboccarlo.

Un'immagine quindi semplice, familiare che rivela però significati e simbologie sottese.

Dalla finestra si scorge un paesaggio che si apre all'orizzonte ma la vera protagonista diviene proprio la quotidianità con la descrizione puntuale degli oggetti in primo piano: il , la ciotola con il latte, il coltello e la mela che paiono rispettivamente alludere a un preciso messaggio di contenuto eucaristico; in questo modo gli oggetti quotidiani acquistano anche un significato metafisico e il pane e il latte della pappa diventano simbolo dell'Eucarestia di Cristo mentre il coltello ne prefigura la Passione.

Bellezza…

Storia di leggende…. quinta parte…

misteri… e fantasmi… continua… quinta parte
I membri della si divertivano, sbucando nel buio della sinistra Crosa del (odierno Largo S. Giuseppe) a spaventare i passanti.
Indossavano un lenzuolo sotto il quale nascondevano una lanterna illuminata e calzavano lunghi trampoli.
In realtà, più che di un'associazione religiosa, si trattava di un gruppo di cospiratori e affaristi politici che, durante i loro incontri, non tolleravano intrusi e avevano ideato questo stratagemma per spaventare i curiosi.
Nei rigogliosi giardini dietro a , si aggira invece un elegante e fascinoso spettro di dama bianca.
Chi lo ha visto svanire nel loggiato sostiene essere una signora molto simile a quelle che Rubens e Van Dyck, a loro tempo, amavano ritrarre nei loro dipinti.
Poco distante, nel caruggio sottostante Rosso, in Vico Brignole, al tramonto si possono udire i singhiozzi e i lamenti di una enigmatica figura di donna con il volto velato.
Un altro sito molto gettonato per le apparizioni sovrannaturali è la zona dell‘Acquasola che, oltre ad essere stata luogo di culto pagano, nel 1657 in seguito alla , è divenuta cimitero di circa ottantamila nostri concittadini.
Nel centro storico bighellona anche lo spettro di un lussurioso tedesco in cerca di piacere che, nonostante le raccomandazioni dei suoi commilitoni di non inoltrarsi nel pericoloso labirinto dei , non ha obbedito al consiglio ed è stato trucidato dai .
Dal 1943 dunque, le “Graziose” confermano l'apparizione del fantasma di un uomo in uniforme militare.
L'ho lasciato per ultimo perché ne hanno parlato anche le televisioni nazionali e le emittenti private ed è sicuramente il fantasma più famoso di Genova: la vecchina di Vico Librai.
L'anziana signora gironzola nei pressi di Porta Soprana chiedendo informazioni sulla strada da percorrere per raggiungere la propria abitazione in Vico Librai.

"La vecchina consolata in un'immagine di fantasia".
“La vecchina consolata in un'immagine di fantasia”.

Il vico, a cavallo degli anni '60 e '70 è andato distrutto insieme a tutto il quartiere della Madre di Dio in seguito alla vergognosa e spregiudicata politica di rinnovamento urbanistico decisa a quel tempo.
A rendere ancora più affascinante la vicenda di questa nonnina è il ritrovamento, all'interno di un locale dove era entrata per chiedere informazioni, di un borsellino contenente monete del regno, immaginette sacre e un antico rosario.
Tutti oggetti risalenti all'800.

In Copertina:Ritratto di nobildonna genovese, realizzato da Antoon van Dyck all'incirca tra il 1625 e il 1627 a Genova.