“Peter Clemenza quella notte dormì male. La mattina si alzò presto, si preparò da solo la colazione con un bicchiere di grappa, una spessa fetta di salame di Genova, e un grosso pezzo di pane italiano fresco che veniva ancora consegnato alla porta come nei vecchi tempi”.
Cit. Inizio del capitolo 6 de “Il Padrino” di Mario Puzo.
In copertina: la vetrina del Gran Ristoro in Sottoripa 27 all’altezza di Vico dei Cartai.
La Grande Bellezza…
Bucolico paesaggio lungo le valli del Reno?
No Villa Serra a Comago.
La Grande Bellezza…
Il selciato balugina dei riflessi di uno scroscio di pioggia ormai lontano e “Seduto in quel caffè io non pensavo a te”…
Nell’antico caruggio sede delle attività artigiane degli indoratori legate alla Corporazione degli Scutai la Movida può aspettare. Al civ. n.2 noto come palazzo Fieschi o Camilla, caratterizzato da un superbo portale quattrocentesco della bottega dei Gaggini, ebbe i natali Santa Caterina (Fieschi) da Genova.
Vico Indoratori.
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.
Sembra la stampa di un Bouquiniste parigino ed invece è una straordinaria istantanea che trasmette poesia.
Immortala Piazza della Lepre, il cui toponimo deriva dalla presenza in loco di una rinomata settecentesca osteria specializzata in cacciagione.
In precedenza era denominata della Foglia, poiché in essa aveva sede un negozio di foglie di meliga, che servivano per confezionare pagliericci.
I suoi palazzi custodiscono variopinti azulejos ed ospitarono le più apprezzate case di appuntamenti cittadine.
La Grande Bellezza…
“Piazza della Lepre”. Foto di Leti Gagge.
All’inizio del 1100 Genova si presentava come una roccaforte turrita munita di sessantasei poderosi torrioni. Oggi ne restano, tracce e resti compresi, meno della metà.
Ma non per questo il profilo della Superba risulta meno affascinante. A far compagnia alle torri De Castro (per tutti erroneamente Embriaci) e Maruffo si stagliano su un tappeto di pietra e ardesia il Mirador e gli irriverenti campanili di San Lorenzo e delle Vigne mentre quello di S. Maria in Castello sbircia alzandosi in punta di piedi.
“Sotto l’azzurro fitto del cielo qualche uccello di mare se ne va; né sosta mai: perché tutte le immagini portano scritto “più in là”.
(Eugenio Montale)
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.
Vico dietro il Coro di San Salvatore attiguo a Campopisano. Certe notti di luna piena si odono ancora lo sferragliare delle catene e i lamenti dei prigionieri.
La Grande Bellezza…