Edicola in Via San Luca

La statua della Vergine che reca in braccio il Bambinello, per altro mutilo di un braccio, è di pregevole fattura Ai lati del tempietto in marmo policromo due cariatidi e alla base un cherubino alato che reca una stemma abraso. Sul cartiglio in alto l’epigrafe: “Ut Appareret Eis Via”. Edicola di incerta datazione.

Edicola sulla Turris Matonorum

Sul lato di Salita del Prione, impossibile non notare la grande edicola barocca del sec. XVII – XVII, un dipinto su tavola che rappresenta la Madonna seduta con il Bambino in braccio, attorniata da vari santi e fedeli. Nonostante sia stata, circa un decennio fa, restaurata i colori risultano sbiaditi e l’edicola nel suo insieme denota incuria. Del grande angelo poi che sovrastava il timpano è rimasto solo il tronco.

Il tabernacolo, seppur poco profondo, è  di grande dimensioni ed incornicia la scena con motivi floreali modellati con lo stucco. Il timpano spezzato s’inserisce nella raggiera dove angeli in volo e teste di cherubini completano l’immagine.

San Giorgio di Via Luccoli 14

Superbo marmoreo portale tardo quattrocentesco con San Giorgio che uccide il drago in Via Luccoli n. 14. La rappresentazione è quella classica con il santo, lancia in mano sul cavallo all’assalto, che infilza il mostro. Due angeli in volo portano una corona di fiori con il trigramma di Cristo. Si notano anche due stemmi abrasi da cui spuntano due leoni rampanti.

Edicola Vico Giannini 11

Il toponimo del caruggio trae origine dalla famiglia Giannini originaria di Favale di Malvaro nell’entroterra chiavarese. Amedeo Pietro emigrato a fine ‘800 in America fondò prima la Banca Italiana della California e poi la Banca d’America e d’Italia con lo scopo di fornire prestiti senza interessi ai coltivatori in difficoltà che ne avessero effettivamente bisogno.

Al civ. n. 11 si trova l’edicola della Madonna con Bambino del XVIII sec. con struttura in stucco e dipinto ovale. La Vergine indossa una veste turchese. Due teste di cherubini alati sorreggono il timpano curvilineo. Il cartiglio sul basamento risulta illeggibile

La Drogheria Torielli

In Via San Bernardo c’è una bottega dove regnano tutti i colori dell’iride e trionfano aromi provenienti da ogni angolo del pianeta.

É la storica Drogheria Torielli aperta, in origine dall’altro lato della via, a fine ‘800.

Nel piccolo locale si trova di tutto dalle spezie ai coloniali fino ai tradizionali “reganissi”.

Tutto minuziosamente catalogato in graziosi vasetti etichettati a mano ed esposti su mobilio ereditato da una vecchia farmacia.

All’angolo con Via Chiabrera si nota una settecentesca edicola con una piccola Madonnetta. La nicchia è avvolta in tradizionali volute e riccioli con fogliami mentre sul fastigio domina la classica raggiera con lo Spirito Santo. Ai lati due teste di cherubini alati. La statuetta originale della Vergine è andata persa ed è stata sostituita con una mediocre recente versione.

La Grande Bellezza…

 

 

Palazzo Castellino Pinelli

Il cinquecentesco Palazzo Castellino Pinelli in Via San Siro n. 2 si infila fra Via San Siro e Piazza Fossatello mentre la parte più visibile si affaccia su Via san Luca. L’antica loggia originale in pietra presentava quattro arcate, oggi murate, sul lato di Via Fossatello e due sullo slargo verso San Luca che oggi ospitano un negozio. Sopra la loggia partono due piani a fasce bicrome bianconere ed altri due in laterizio.

La Grande Bellezza…

Edicola di casa Massuccone

In Via della Porta Soprana al civ. n. 1 la scenografica edicola della Madonna Assunta. Il tempio di forma neoclassica è del XVIII-XIX sec. La statua invece è anteriore del XVII-XVIII sec. Un chiaro omaggio all’Assunta del Puget della ex chiesa dell’Albergo dei Poveri. Due cariatidi femminili sorreggono il timpano triangolare. La statua che rappresenta la Vergine posta su una nuvola con angeli e cherubini è protetta da un vetro. Una raggiera le incornicia la testa. Alla base portava in origine l’epigrafe: “HORNATUS HIC / Et PIETATE  Et PLACIDO / Et Ad BENEPLACITUM ILL. DD. COMIS. 1852”.

L’edificio, detto casa Massuccone, venne progettato dopo il 1776 da un giovanissimo emergente architetto, Carlo Barabino. Sul trave del portale marmoreo con semicolonne doriche l’epigrafe: “Animus Aequus Satis”.

Portale delle Grazie 48r

In Via delle Grazie il portone del civ. 48r un tempo costituiva l’ingresso del Palazzo Adorno al  civ. 13.

Oggi è sede di una frequentata trattoria chiamata con il nome della via.

Il prezioso portale del 1515 scolpito in pietra nera di Promontorio presenta nella lunetta centinaia di teste imperiali. Fra queste, secondo gli storici dell’arte, molte cinte con corona d’alloro, raffigurano il committente dell’opera.

Gli Adorno erano una potentissima famiglia originaria della Germania passata alla storia per la sua secolare contesa con il casato rivale dei Fregoso. Fornirono alla Repubblica ben sette Dogi e numerosi Senatori. Nemici di Andrea D’Oria Nel 1528 l’ammiraglio impedì loro di costituirsi in autonomo albergo e confluirono così in quello dei Pinelli. La schiatta degli Adorno si estinsero al principio del ‘800 quando, imparentati con i Cattaneo, formarono il ramo dei Cattaneo Adorno.

Tornando al portale sull’architrave sono incise scene di lotta, un cavaliere con vessillo, due coppe con mascheroni e motivi floreali. Al centro due angeli che sorreggono uno stemma abraso.

Il sovrastante fastigio in pietra e marmo è un bassorilievo secentesco con la scena della Pietà.

L’interno del locale presenta il soffitto con volte in peducci in pietra nera e rosone al centro.

Nel sopraluce, infine, sempre in pietra nera una tavella con Madonna col Bambino, due teste imperiali e il trigramma di Cristo.

 

La Loggia degli Eroi

A Villa del Principe il loggiato che si affaccia sul giardino è superbamente decorato da Perin del Vaga. Si tratta della celeberrima “loggia degli Eroi”, un cinquecentesco tributo di affreschi ad Ansaldo, Martino, Oberto, Lamba, Pagano… gli illustri avi della Casata.

La loggia degli Eroi era posta originariamente in posizione assai scenografica perché le cinque arcate erano rivolte sul giardino sottostante e direttamente sul mare. La sala costituiva lo snodo logistico che consentiva l’accesso all’appartamento del Principe a ponente e a quello della moglie Peretta Usodimare a Levante.

La scena concepita sulle pareti in tripudio di stucchi e colori raffigura  dodici guerrieri, in vesti di antichi Romani (tranne uno, in armatura contemporanea), ben riconoscibili come membri della famiglia D’Oria grazie agli scudi recanti lo stemma del casato, un’aquila nera su campo oro e argento, e sono specificamente identificati come eroi del casato dall’iscrizione che li sovrasta:

“PRAECLARAE FAMILIAE MAGNI VIRI MAXIMI DUCES OPTIMA FECERE PRO PATRIA” (“I grandi uomini dell’illustre famiglia, capi supremi, fecero cose ottime per la patria”).

All’interno delle cinque volticelle che coprono la loggia sono rappresentati, in ottagoni circondati da stucchi finissimi (ispirati alla Domus Aurea di Nerone),  esempi classici di patriottismo romano, celebri episodi di sacrificio di sè per amor di patria, di cui sono protagonisti Orazio Coclite, Tito Manlio Torquato, Marco Curzio, Furio Camillo e Muzio Scevola. Le figure dei D’Oria realizzate da Perin del Vaga, al secolo Giovanni Bonaccorsi, risentono in maniera evidente delle influenze medicee michelangiolesche.

La Grande Bellezza…