Madonna col Bambino in Scurreria 1

Sul classico portale ad arco del civ. n. 1 campeggia un elegante medaglione marmoreo tondo del XVI sec.

L’elegante edicola rappresenta la Vergine che tieni in piedi il Bambinello benedicente.

Particolarmente riuscito il dettaglio delle mani che si toccano immortalate in un gesto di quotidiana intimità.

Le dita di Gesù cercano appiglio stringendo il pollice della madre mentre le alte dita si sfiorano delicatamente.

Foto di Franco Risso.

La Madonna del Soccorso

In Via dei Giustiniani all’altezza del civ. n. 22 si ammira l’edicola della Madonna del Soccorso del sec. XVIII – XIX.

Sopra al semplice profilo del portone decorato con riccioli e motivi floreali è presente la nicchia con la Madonna e il Bambinello in braccio.

Alla base del tabernacolo due angioletti in volo che portano la corona con il trigramma .

La statua esposta è una copia dell’originale in stucco policromo conservata al Museo di S. Agostino.

Sull’architrave, ormai abraso, s’intuisce ancora l’epigrafe:

“Nostra Signora del Soccorso”.

S. Antonio da Padova e Santa Caterina Fieschi

Al n. 8 di Piazza Pollaiuoli si trova una delle edicole più note, quella che ritrae Sant’Antonio da Padova e Santa Caterina Fieschi.

L’ovale in stucco contiene i due santi rivolti in adorazione al bambino. Sant’Antonio in ginocchio su una nube, bacia la mano del bambinello. Santa Caterina poggia su un inginocchiatoio coperto da un bel drappeggio.

In mano porta, in atteggiamento estatico, il cuore. Gesù poggia su una nuvoletta dal quale spuntano quattro teste di cherubini alati.

La grande cornice sagomata che racchiude la scena è sorretta da due angeli alati mentre angioletti e cherubini alati spuntano dalle nubi.

Completano l’immagine una grande raggiera in legno coperta da un tettuccio in lamiera lavorato.

Le Fatiche di Ercole

Per i genovesi è noto come le Fatiche di Ercole ed è lo spettacolare portone di Palazzo Gio Batta Spinola al civ. n. 7 di Via Orefici.

Il cinquecentesco portale è attribuito al maestro Giacomo Della Porta: sugli stipiti due telamoni poggiano su teste mostruose (una leonina ed una umana ringhiante).

A sinistra un barbuto Ercole, avvolto nella pelle del leone Nemeo, regge in mano la sua famosa clava (ottenuta da un ulivo selvatico del monte Elicona).

Il personaggio di destra invece rappresenta un contadino glabro dal volto rilassato anch’esso con in mano una clava.

Alle basi di questi telamoni sono scolpiti due Ercoli in rilievo. quello di destra è seduto con la clava in mano, quello di sinistra è rappresentato in piena lotta con il re dei felini.

Le metope presentano elmi con testine urlanti, clipei e bucrani alternati a triglifi a mensola.

Al centro l’enigmatica testa di medusa alata. Infine, sulla trabeazione, si stagliano due eleganti figure femminili con drappeggi, anfore ai lati e in mezzo un mascherone baffuto. Quest’ultimo posto in sostituzione dell’originale stemma di famiglia asportato durante il nefasto periodo napoleonico.

Sovrapporta in Vico Gibello

Vico Gibello si trova accanto a Vico dell’Oliva con il quale ha in comune l’origine del toponimo. Un tempo infatti questo era noto come Vico dell’Olio.

Il caruggio mutò il suo nome a metà del’800 quando si volle omaggiare la leggendaria impresa di Ansaldo e Ugo Embriaci che nel 1109, al comando di 70 galee, conquistarono la città di Gibello nella contea di Tripoli.

Al civ. n. 8r si trova un elegante sovrapporta in marmo con cornice finemente lavorata in marmo. Purtroppo, causa presenza di una finestra postuma, il quattrocentesco manufatto è stato barbaramente spaccato.

Al centro il trigramma di Cristo con quel che resta di una corona. Ai lati due scudi abrasi incastonati fra fogliami in rilievo.

Edicola in Vico del Fieno

Vico del Fieno per tutto il XIII sec. era il luogo dove si pesava e smistava il fieno per le numerose e vicine scuderie. In epoca più recente veniva invece popolarmente identificato come “o caroggio di camalli”.

Qui all’angolo con Piazza Soziglia si trova la secentesca edicola della Madonna della Misericordia.

Il piccolo tempio presenta un classico tabernacolo con timpano curvo spezzato dal trigramma di Cristo. Alla base la mensola è sorretta da tre imponenti angeli.

Edicola di Vico delle Vigne

Nella lunetta della porta laterale della chiesa delle Vigne che si affaccia sull’omonimo Vico è possibile ammirare uno splendido dipinto, opportunamente protetto da un vetro, di Domenico Piola.

Si tratta infatti di una secentesca Madonna col Bambino di straordinaria bellezza attribuita al celebre pittore genovese.

I colori degli angeli ai piedi della Vergine risultano sbiaditi mentre la tenera e dolce espressione dei protagonisti è rimasta, per fortuna, immutata nei secoli.

La Pietà in Piazza inferiore di Pellicceria

In Piazza inferiore di Pellicceria sul lato (oggi retro della Galleria Nazionale di Palazzo Spinola) che un tempo costituiva l’ingresso originario dell’edificio campeggia uno straordinario capolavoro.

Il superbo portale che nobilita l’accesso presenta lesene decorate con teste di leone e metope adorne di mascheroni, elmi e un cartiglio con il trigramma di Cristo e il monogramma di Maria con l’epigrafe:

“Decus Primum Exornata Domus”.

Ma è sul timpano curvo spezzato che si può ammirare scolpito in un medaglione marmoreo ovale il rilievo di una commovente Pietà sopra un letto di fiori.

La pregevole immagine fu commissionata dal marchese Paolo Francesco Spinola allo scultore gaviese Bartolomeo Carrea.

Edicola di Sant’Antonio in Via della Maddalena angolo Via della Posta vecchia

La nicchia di forma ovale che contiene Sant’Antonio da Padova è sormontata da un gruppo di cherubini in volo con ghirlande.

Alla base della settecentesca edicola è incisa l’epigrafe:

Siquaeris / Miracvla / Eleemosun Piorvm 1778.

Prima di ospitare il Santo l’edicola aveva dato asilo ad un dipinto ad olio di Madonna protetto e occultato da una grata di ferro.

Il trigramma di Cristo in Vico della Scienza 11r

La particolarità di questo rilievo in pietra di Promontorio sta nel fatto che è uno dei più antichi in assoluto in città in cui appare il trigramma di Gesù IHS (trascrizione latina dell’abbreviazione del nome greco di Gesù). 

L’ideatore di tale formula fu San Bernardino da Siena che nel 1417 fu di passaggio nella nostra città raccogliendo numerosi proseliti durante le sue infervorate prediche.

Addirittura con il Trigramma di Cristo oltre ai portali si coniarono nuove monete.