Salita dell’Acquidotto

Circa a metà fra la zona del Carmine e la Spianata di Castelletto si incontrano alcune faticose creuze che si arrampicano verso la Circonvallazione a monte. Salita Acquidotto è una di queste e la si raggiunge da Salita alla Spianata di Castelletto.

È questo il tratto terminale, l’antico snodo del percorso dell’acquedotto medievale. Qui infatti svoltando sulla destra si nota un archivolto i cui conci bianco e neri sono i resti di un antico mulino.

Al suo interno, curiosità, è ancora conservata una scaletta in ferro battuto, oggi murata, che serviva agli addetti per ispezionare le vasche di raccolta.

L’acqua proveniente dalle vicine cisterne del Castelletto, dopo aver messo in moto cinque mulini (tutta la collina era destinata ai forni), scendeva nell’odierno Largo della Zecca per poi, con tre ponti sifone, terminare il suo percorso alimentando Porta dei Vacca e il porto.

L’archivolto dove si trovava il portello turrito di Pastorezza. Foto di Leti Gagge.

Ma non finisce qui!

A una storia se ne sovrappone un’altra: infatti prima ancora di essere inglobato nell’acquedotto e poi nei palazzi questo varco costituiva una delle tre porte minori fornite di torretta delle mura del Barbarossa: Portello (Piazza del Portello), S. Agnese (Nunziata) e -appunto- di Pastorezza (Largo della Zecca).

In Copertina: Salita dell’Acquidotto. Foto di Stefano Eloggi.

Salita dei Molini

Dalla centralissima via Cairoli un tempo Strada Nuovissima parte in direzione del Castelletto, Salita dei Mulini.

Il nome della strada rimanda alla presenza in loco dei mulini del grano ad uso dei vicini forni militari.

Qui infatti il Comune nel 700 aveva stabilito, in virtù dell’abbondante presenza di acqua
derivata dal vicino acquedotto, il loro stanziamento.

In Copertina: Salita dei Molini. Foto di Roberto Crisci.