Edicola della Madonna Assunta

In Largo Eros Lanfranco sull’angolo sud del Palazzo Antonio Doria (odierna Prefettura) si staglia una splendida settecentesca edicola marmorea bianca.

L’elegante tabernacolo accoglie la statua della Vergine che poggia su un basamento molto sporgente.

Dai riccioli della cornice spuntano ai lati due angeli in contemplazione, uno dei quali in posa da preghiera.

Al centro del fastigio a motivi curvilinei due teste di cherubini sottostanti il semi timpano che si slancia in cuspide.

In Copertina: La Madonna Assunta di Largo Lanfranco. Foto di Giovanni Caciagli.

Atrio di Palazzo Cosma Centurione

In via Lomellini n. 8 si trova il prestigioso palazzo Cosma Centurione, anche Durazzo Pallavicini dai suoi successivi proprietari.

Nell’atrio, adornato da colonne doriche, della settecentesca dimora si trova un ninfeo che, sormontato da una conchiglia sulla volta, rappresenta Diana cacciatrice.

In Copertina: atrio di Palazzo Centurione in via Lomellini n. 8. Foto di Stefano Eloggi.

La lastra dei Malocello

Sul portale di San Gottardo della cattedrale di San Lorenzo è incastonata una lastra con iscrizioni celebrative e stemmi araldici della famiglia Malocello.

Una schiatta originaria di Varazze che ebbe fra i propri esponenti ammiragli, diplomatici, senatori ed esploratori.

Nel 1231 si segnala un tal Barbone capitano di ben 15 galee. Nel 1241 Giacomo è almirante del Papa.

Nel 1339 Pietro è l’artefice, presso la sua villa di Sturla, dell’avvelenamento di Simone Boccanegra, primo doge di Genova.

Furono a lungo signori di Varazze e Albissola prima di cederla dietro cospicuo compenso alla Repubblica.

Nel 1528 con la riforma degli Alberghi furono ascritti nei De Marini.

Il casato si è da secoli estinto ma la sua gloria si perpetua nel nome dell’isola canaria di Lanzarote intitolata a Lanzarotto (o Lanzerotto) l’esploratore che la scoprì nel 1312.

In Copertina: la lastra dei Malocello.

Edicola in Sottoripa la Scura

Nella zona di Sottoripa la Scura allo sbocco dello strettissimo caruggio di vico della Madonna con via del Campo si trova un tabernacolo vuoto.

L’edicola conteneva un tempo una Madonna che dava il nome all’omonimo vicolo.

Il tempietto, decorato con riccioli a volute e sormontato da due teste di angeli con raggiera, versa nel più completo degrado.

In Copertina: Edicola in Sottoripa la Scura. Foto di Stefano Eloggi.

Edicola in Via San Luca angolo vico del Serriglio

In Via San Luca all’angolo con vico del Serriglio si incontra un grande medaglione ovale in marmo.

La cornice è scolpita con cherubini alati e sulla mensola all base è inciso il motto SINE LABE.

La sei/settecentesca edicola in origine conteneva un dipinto di Madonna col Bambino oggi scomparso recentemente sostituita con una moderna immagine di Gesù.

In Copertina: Edicola in San Luca. Foto di Raffaele Repetto.

San Giorgio che uccide il drago in Via Canneto il Lungo 67a/r

In Via di Canneto il Lungo, all’angolo con vico Valoria, al civ. 67a/r si trova un portale di San Giorgio che uccide il drago.

La rappresentazione è quella classica con il santo a cavallo che proviene da destra e ai lati della scena angeli alati.

Particolare in alto a sinistra la principessa inginoccchiata tiene al guinzaglio il drago sdraiato.

Tale immagine deriva dalla narrazione del finale della Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine in cui il vescovo descrive l’ingresso nella città libica di Salem della principessa con il mostro.

Il santo infatti dopo aver ferito e sottomesso il drago ordina alle guardie di legare al collo della bestia la cintura della principessa.

Ella può così condurlo docilmente in città dove il popolo grato e festante si converte alla fede cristiana ed assiste euforico alla sua uccisione.

In copertina: San Giorgio che uccide il drago.

Edicola in Via al Ponte Calvi

Al civ. n 1r di Via al Ponte Calvi, quasi all’angolo con Sottoripa, si incontra l’edicola della Madonna della Misericordia.

La statuetta originale scomparsa è stata sostituita con una copia di discreta fattura.

La Vergine tiene in braccio un Gesù ormai grandicello.

Il tempio è realizzato con marmi policromi e alla base reca L’iscrizione:

Nostra Signora / del / Carmine / Anno 1816.

In copertina: L’edicola di Via al Ponte Calvi. Foto di Stefano Eloggi.

La Lapide di Antonio Gavotti

Sul fronte del civ. n. 19 in Via Chiabrera una lapide ricorda che qui, nell’abitazione di Antonio Gavotti, fra il 1830 e il 1832 si riunivano i cospiratori della Giovine Italia:

In Queste Mura / Nella Sala d’Armi / di Antonio Gavotti / Uniti nel Pensiero della redenzione Italica / Convennero dal 1830 al 1832 / Mazzini, Ruffini, Biglia, Miglio, Orsini / e altri Patrioti / che la Gloria della Fondata / Giovine Italia / Fecondarono col carcere coll’esiglio della Morte / Il Circolo Libero Pensiero 5 Maggio 1894.

Portone Piazza Pinelli n. 1

Al civ. n 1 di Piazza Pinelli è possibile ammirare uno splendido portone in pietra con semi colonne doriche in marmo.

Il trave in pietra nera è impreziosito da decorazioni con elmi e clipei marmorei.

Come altri nell’omonima piazza il palazzo è proprietà della famiglia di origine germanica e di fede ghibellina dei Pinelli, fondatori dell’albergo nobiliare degli Scipionibus.

Il portone è in ferro battuto con borchie e baracchino decorato.

Sulla facciata del palazzo sono ancora visibili cospicue porzioni dei colorati affreschi secentesche che lo decoravano.

In copertina: Portone di Palazzo Pinelli. n. 1.

Foto di Leti Gagge.