L’incanto di Santa Croce

Di notte l’incanto di Santa Croce

ti rallenta il respiro,

ti toglie la voce.

Alla luce dei lampioni le ombre tetre

ammantano il crepuscolo del fascino

di quelle millenarie pietre.

Dall’edicola della chiesa scomparsa

per volere del “piccolo caporale” corso

e della sua farsa,

protegge e osserva San Giovanni

la piazza da quasi trecento anni.

L’anima intanto cerca pace

e mentre intorno tutto tace

dal volto sgorga inspieganile il pianto

se Santa Croce intona il suo canto.

Ma ora lascio la parola ai poeti… quelli veri!

“Aprimmo la finestra al cielo notturno. Gli uomini come spettri vaganti : vagavano come gli spettri: e la città (le vie le chiese le piazze) si componeva in un sogno cadenzato, come per una melodia invisibile scaturita da quel vagare. Non era dunque il mondo abitato da dolci spettri e nella notte non era il sogno ridesto nelle potenze sue trionfale? Qual ponte, muti chiedemmo, qual ponte abbiamo noi gettato sull’infinito, che tutto ci appare ombra di eternità? A quale sogno levammo la nostalgia della nostra bellezza? La luna sorgeva nella sua vecchia vestaglia dietro la chiesa bizantina”.

Cit. Dino Campana.

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Hanno il dominio del mare

“La città è circondata da mura e gli abitanti non sono governati da un re, ma da magistrati che nominano a loro piacimento. Ogni cittadino ha sulla casa una torre, e nei periodi di guerra si combattono fra di loro dall’alto delle torri. Hanno il dominio del mare; costruiscono delle imbarcazioni chiamate galeras e compiono atti di pirateria contro ʾEdom e Išmaʿʾel, dal paese di Javan fino alla Sicilia, ed il bottino dei loro saccheggi lo riportano da ogni parte a Genova. Sono in guerra permanente con i Pisani”.

Cit. Beniamino di Tudela.

Fot di Leti Gagge.

Genova torreggia

“Vieni a mirar la cerula
Marina tremolante;
Là Genova torreggia
Sul talamo spumante;
Là i tuoi nemici imperano,
Vincerli indarno speri…
Ripara i tuoi pensieri
Al porto dell’amor”.

Cit. Simone Boccanegra nel 1339 eletto primo Doge di Genova.

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Genova ti entra dentro

“Verdi lo ha espresso perfettamente. Popolo della feroce storia. È un luogo che non ha mai superato il suo feroce passato. […] Una volta che Genova ti entra dentro, non te ne puoi liberare. […] Genova ha un cuore e un’anima come nessun altro”.

Cit. Mitchell Wolfson.

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Più bella di Parigi

“Strada Nuova, Via Aurea un tempo, Via Garibaldi oggi”.

“Le case sono ben più alte che a Parigi; ma le vie sono così strette che Mypont vi può confermare che non esagero se vi dico che la metà di esse non ha più di un braccio di larghezza, per quanto le fiancheggino case di sette piani; di modo che, se da una parte questa città, in quanto a edifici è molto più bella di Parigi, dall’altra ha lo svantaggio di non poter mostrare quanto vale a causa della cattiva distribuzione urbanistica. Del resto, mi sembra che ci sia un che di ridicolo nell’aver adoperato lo stile architettonico più maestoso, sulle aree più ristrette. I palazzi spesso non hanno né giardini né cortili, almeno che si possano chiamar tali. Quando si entra nelle case, vi imbattete magari in quattro peristilii a colonne sovrapposte, messi a racchiudere uno spazio di venti piedi quadrati. Così è dappertutto, eccetto qualche casa della strada Nuova e della strada Balbi, le due più belle della città superiori a quanto di meglio c’è a Parigi.

Cit. Charles de Brosses

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Essere beato a Genova

Strada Nuova, odierna Via Garibaldi, un tempo Via Aurea:

“Quando attraversai Strada Balbi e Strada Nuova, quelle strade tutte palagi, arrestando con istupore lo sguardo sul lusso d’architettura che si estendea per ogni parte d’intorno a me; e quando su l’imbrunire del giorno mi trovai passeggiando fra una bella e giuliva calca di gente che andava a diporto lungo i viali cui fa ombra un curvilineo filare di alberi su la piazza dell’Acqua Verde, o fra i colonnati e i terrazzi de’ maestosi giardini Doria, io pensai ch’uomo non potesse altrove, fuorché in Genova, esser beato”.

Cit. Washington Irvin. Scrittore americano (1783 – 1859).

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Genova come una fiaba

“Non lontano da Genova, sulla cima dell’Appennino, si vede già il mare. Fra i verdi cocuzzoli delle montagne compaiono i flutti azzurri, e le navi che si scorgono qua e là sembrano voler salire sui monti a vele spiegate. Se però si gode questa vista al crepuscolo, quando gli ultimi raggi di sole iniziano il loro mirabile gioco con le prime ombre della sera e tutti i colori e tutte le forme si intrecciano nebulosamente, allora par d’essere veramente in una fiaba, la carrozza scende stridendo, le immagini più dolci e sonnecchianti nell’anima vengono bruscamente scosse e tornano ad appisolarsi, e infine si sogna d’essere a Genova”.

Cit. Heinrich Heine poeta tedesco (1797-1856).

La Grande Bellezza…

Foto di Agnese Barbara Cittadini.

La vetrina di un gioielliere.

“S’è fatto tardi. È già buio. Ne approfitterò per godermi ancora una volta – anche se sa un po’ troppo di cartolina illustrata – l’imparagonabile spettacolo della Genova notturna.
Dalle bianche lune delle navi […] o dalle gialle fiamme della zona industriale, è tutto un rincorrersi e un salire di lunghe file di luci: linee oblique, linee orizzontali, linee verticali, tutte da dar l’impressione d’una vetrina di gioielliere in pieno scintillamento. O, se vogliamo un’immagine meno logora, di un firmamento rovesciatosi sulla terra e sul mare.”

Cit. Giorgio Caproni.

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.