Al civ. n. 15 di Vico degli Indoratori si nota un medaglione marmoreo tondo che raffigura la Madonna col Bambino, Santa Caterina da Genova e San Giovannino.
La secentesca edicola, protetta da una pesante grata di ferro, è incisa in forte rilievo e in poco spazio racconta un’articolata scena: la Vergine con il braccio destro tiene in braccio il Bambinello, con quello sinistro si appoggia alla spalla di Caterina Fieschi che inginocchiata offre il suo cuore a Gesù.
Dal drappeggio, a completare il quadretto, spunta San Giovannino in posa di preghiera.
Foto di Stefano Eloggi
In Vico Indoratori all’angolo con Salita all’Arcivescovato è affissa la secentesca edicola della Madonna Addolorata con Gesù morto in braccio.
Il piccolo tempio poggia sul massiccio pilastro ad angolo della loggia che occupava le due facciate dell’imponente palazzo con ingresso al civ 3 della Salita.
La struttura in stucco, assai elaborata e movimentata, risulta abbandonata a se stessa.
Purtroppo l’immagine originaria è stata rubata e sostituita con un’altra dozzinale riproduzione tra l’altro, a conferma di quanto sopra, incollata alla bell’è meglio.
Immancabile l’irriverente e ingombrante segnaletica stradale sottostante.
In Vico Indoratori all’angolo con Scurreria la Vecchia si trova la settecentesca edicola della Madonna col Bambino e i Santi Giovanni Battista e Lorenzo.
Il dipinto originale della Vergine con due dei protettori cittadini, esposto all’interno di una cornice curvilinea, è sparito così come sparita è anche la sua copia restaurata qualche lustro fa.
Elegante la decorazione in stucco composta di riccioli floreali fra i quali spuntano due teste di cherubini.
Proprio come una bella donna, magari un po’ in là con gli anni, ma pur sempre fascinosa, Genova va amata e rispettata a prescindere.
A prescindere dalle sue imperfezioni, ferite, smagliature e cicatrici.
Come quelle, a quasi 80 anni di distanza, lasciate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale nella zona di Scurreria, una delle più martoriate del centro storico.
In Vico Indoratori ecco dunque un palazzo completamente devastato come se i muri fossero stati fessi dalla lama di un coltello gigante e con il pluviale che ne asseconda, forse per non offendere quel che resta della sottostante edicola votiva, pragmaticamente il profilo.
Non è forse anche questa una malinconica forma di Grande Bellezza?
Il selciato balugina dei riflessi di uno scroscio di pioggia ormai lontano e “Seduto in quel caffè io non pensavo a te”…
Nell’antico caruggio sede delle attività artigiane degli indoratori legate alla Corporazione degli Scutai la Movida può aspettare. Al civ. n.2 noto come palazzo Fieschi o Camilla, caratterizzato da un superbo portale quattrocentesco della bottega dei Gaggini, ebbe i natali Santa Caterina (Fieschi) da Genova.
Vico Indoratori.
La Grande Bellezza…
Foto di Leti Gagge.