… Quando in Via dei Mille…

Quando a Sturla la cinquecentesca parrocchia della SS. Annunziata osservava distratta il traffico dei tombarelli che sfidavano le rotaie dei tram… due eleganti figure femminili passeggiavano incuranti che le polveri della strada potessero sporcare le loro candide vesti… Quando via dei Mille era poco più che una creuza, spazzata dai venti di mare, che tagliava il verde a ridosso del litorale.

Genova Sturla 1904

Madonne di conchiglie…

Gli approdi della nostra regione sono costellati di spontanee edicole, sorte a ringraziamento per il ritorno dei naviganti.

Speranza, sussistenza, pescato, ignoto, viaggio,  tempesta, guerra, bottino, paura… di non farcela… per questo, i marinai liguri lo sanno bene, prima e dopo aver affrontato il mare è sempre bene affidarsi alla Madonna.

"Madonna dei pescatori di Quinto".
“Madonna dei pescatori di Quinto”.
"Edicola dei pescatori di Camogli".
“I palazzi di Camogli riflessi nell’edicola dei pescatori”.

Di tutte la più cara ai genovesi è “A Madonnin-a dei pescoei” di Sturla per la costruzione della quale hanno contribuito tutti i marinai del borgo: “O Maria i pescatori di Sturla ti hanno portato tutti una pietra ora ti diranno sempre un’Ave Maria”. Intorno, incastonate fra le conchiglie, altre lapidi riportano alcuni versi della Stella Maris, l’Ave Maria in genovese di Piero Bozzo.

“Ave Maria da questo altare guarda sempre chi è per mare” e ancora “Ave Maria, Campana che suoni in mezzo al verde con una voce secolare tanto cara; in questa pace l’anima si perde e i tuoi rintocchi invitano a pregare”.

Un’altra targa rammenta invece i versi della canzone di Costanzo Carbone intitolata appunto   ” la Madonnin-a dei pescoei patrimonio delle esecuzioni dialettali dei Trallalero.

Edicola di Sturla edicola 2 sturla

“Lazzu un lumin lontan, ne o mà de Sturla” (Laggiù un lumino lontano, nel mare di Sturla)

“O brilla, o scomparisce, o s’allontann-a”. (Brilla, poi si spegne, s’allontana)