… di fiero orgoglio genovese… e della sconfitta alemanna.
Federico II, nipote del celebre Federico Barbarossa, riprende il progetto del nonno, ovvero sottomettere Genova con l’aiuto di Pisa e, con le flotte delle due città marinare unite, conquistare il Regno di Sicilia per riportarlo sotto il dominio del Sacro Romano Impero di cui la casata tedesca è legittima erede.
Le armate nordiche, quelle di tutti gli alleati ghibellini confinanti (interessati a sconfiggere la Dominante) da terra, e la flotta pisana dal mare, cingono d’assedio Genova.
La situazione sembra disperata ma i contadini e le plebi dell’entroterra insorgono arginando gli Alemanni e i loro alleati oltre Giogo, i nostri avi forzano il blocco navale pisano e li respingono in mare aperto.
Nel 1248 il re tedesco accampato con il grosso dell’armata nei pressi di Parma verrà sconfitto e ricacciato in Germania anche grazie al decisivo contributo dei seicento Balestrieri genovesi accorsi in aiuto della città amica.
A eterno ricordo della gloriosa impresa le aquile imperiali degli Hohenstaufen sono state poste, a capo chino, a sorreggere la Porta della città (di Santa Fede o dei Vacca che dir si voglia), sorvegliate dai Grifoni.
Le armate nordiche, quelle di tutti gli alleati ghibellini confinanti (interessati a sconfiggere la Dominante) da terra, e la flotta pisana dal mare, cingono d’assedio Genova.
La situazione sembra disperata ma i contadini e le plebi dell’entroterra insorgono arginando gli Alemanni e i loro alleati oltre Giogo, i nostri avi forzano il blocco navale pisano e li respingono in mare aperto.
Nel 1248 il re tedesco accampato con il grosso dell’armata nei pressi di Parma verrà sconfitto e ricacciato in Germania anche grazie al decisivo contributo dei seicento Balestrieri genovesi accorsi in aiuto della città amica.
A eterno ricordo della gloriosa impresa le aquile imperiali degli Hohenstaufen sono state poste, a capo chino, a sorreggere la Porta della città (di Santa Fede o dei Vacca che dir si voglia), sorvegliate dai Grifoni.
Da allora il motto “Griphus ut has angit, sic hostes Janua frangit” (come il Grifone artiglia queste, riferito all’aquila tedesca e alla Volpe pisana, Genova distrugge i suoi nemici) già in voga dal 1193, sarà portato fieramente in battaglia con rinnovato orgoglio sopra lo stendardo, a fianco di San Giorgio.
Sul finire dell’800 Genova ha voluto ricordare la sua Gloria riproponendolo sotto i portici di Via XX Settembre, la stessa via, dove qualche decennio più tardi, altri tedeschi avrebbero sfilato sconfitti.