Storia di un Diavolo…

di un esorcismo… e di un’enigmatica profezia.
Nell’anno del Signore 1778, un abate polceverasco di nome Bartolomeo Maggiolo, divenne oggetto, in seguito a sospette segnalazioni, di indagine da parte della Curia genovese.
L’Abate infatti, sempliciotto di modi e favella, cominciò improvvisamente a parlar forbito e a comportarsi in maniera anomala.
Fu stabilito, dopo un breve soggiorno all’ospedale dei pazzi, che fosse trasferito nella sua dimora di campagna nei pressi di Murta, nella speranza che il cambiamento d’aria gli fosse di giovamento.
Il religioso, per tutta risposta, cominciò a parlare in tedesco, francese, greco ed ebraico e ad occuparsi con arguzia,di argomenti politici, religiosi e filosofici.

“Asmodeo”.

Sentendo “odor di zolfo” la Curia ritenne opportuno inviare due esperti esorcisti ai quali il Maligno si dichiarò con il nome di Asmodeo.
Il diavolo resistette mesi alle sedute dei sacerdoti prendendosi gioco di loro e, addirittura, mettendoli in grave imbarazzo, svelando alcune loro passate malefatte.
Il Diavolo, forte dei suoi successi, fece una profezia, in perfetto latino, secondo la quale affermava che avrebbe ceduto solo “il giorno che non ha notte” e, sempre più sicuro di se, che si sarebbe arreso solo al “custode delle capre”.
Uno dei presenti si ricordò allora che, nel poco distante Monastero della Chiappetta, abitava un frate savonese, tal padre Becco (becco significa “custode delle capre”).

"La capra del custode".
“La capra del custode”.

Asmodeo fu condotto nella chiesa del frate e, dopo una lunga lotta, dovette arrendersi e abbandonare il corpo dello stremato Maggiolo.
Era l’8 settembre 1779, il giorno consacrato alla natività di Maria;
il giorno “quae noctem non habet”, che non conosce la tenebra…
Svelato… il diabolico enigma!