La Colonna Infame di Vico Tre Re Magi…

Il Vico dei Tre Re Magi prende il nome dall’omonimo Oratorio raso al suolo durante la seconda guerra mondiale.

L’Oratorio fu eretto nel 1365 e poi ricostruito in forme barocche nel 1611. Nei primi decenni del Novecento venne concesso a privati ed adibito a fabbrica di mobili. Alcune opere d’arte al suo interno sono state recuperate e conservate presso il vicino museo di S. Agostino, altre purtroppo, sono andate irrimediabilmente distrutte: degli affreschi di Lazzaro Tavarone, Luca Cambiaso e di Bernardo Castello di cui parlano gli storici dell’arte, non si ha più traccia.

Le vicende di questo edificio possono essere assurte ad emblema dell’ignoranza e della superficialità con cui i cementificatori del secolo scorso hanno gestito i beni comuni e distrutto interi quartieri dalla storia millenaria, cancellando le contrade dei Lanaioli, dei Servi, della Madre di Dio e della Marina.

Forse per questo gli abitanti del centro storico proprio qui, nel cuore di Sarzano, dove tutto un giorno ebbe inizio, hanno collocato la loro “Colonna Infame”.

Posta all’angolo con Via del Dragone (nello spiazzo dietro l’abside di S. Agostino) nella prima parte omaggia la più celebre descrizione della nostra città:

“… Arrivando a Genova / Vedrai Dunque / una Città Imperiosa, / Coronata da Aspre Montagne, / Superba per Uomini e per Mura, / Signora del Mare/ Francesco Petrarca 1358, a Cura dei Genovesi / del Centro Storico / Giugno 1990

Sotto prosegue…

“Male non Fare / Paura non Avere”. 1945 1981 – A Vergogna dei Viventi e a Monito / dei Venturi Come Usava ai Tempi / della Gloriosa Repubblica di Genova / Dedichiamo Questa / Colonna Infame / all’ Avidità degli Speculatori / e alle Colpevoli Debolezze / dei Reggitori della Nostra Città. Con Vandaliche Distruzioni Hanno / Cancellato Tesori di Arte e di Storia / Eliminando Interi Quartieri / del Centro Storico Marinaro ed Artigiano / Deturpando per Sempre la Fisionomia / della Città fino all’Inaudito Gesto / di Demolire la Casa Natale di Nicolò Paganini. Essi Hanno Così Disperso la Popolazione / di Questi Quartieri con l’Infame / Risultato di Sradicare le Fiere Tradizioni / che Fecero Genova Rispettata e Potente.

I Genovesi dei / Quartieri della. “Marina” / “Via Madre di Dio” / “Via del Colle” / “Portoria” / “Sarzano e Ravecca”.

… alla base della colonna, conclude poi con le amare parole di un grande musicista:

“Non ci Sarà Mai Più un Secondo Paganini” / Franz Liszt.

“La lapide posta sotto l’edicola della casa natale di Nicolò Paganini in Vico Gattamora”.

A proposito di Paganini in Vico Gattamora sotto l’edicola che ornava la casa natale del celebre violinista era affissa una lapide che recitava:

“Alta Ventura Sortita ad Umile Luogo / in Questa Casa/ il Giorno XXVII di Ottobre dell’Anno MDCCLXXXII / Nacque / a Decoro di Genova a Delizia del Mondo / Nicolò Paganini / nella Divina Arte dei Suoni Insuperato Maestro”.

Storia di leggende… quarta parte…

misteri… e fantasmi…
continua… quarta parte.
Anticamente Via Luccoli (“piccolo bosco”) era la strada che conduceva all’Acquasola sede dei templi pagani del Sole e della Luna.
In quel tempo era purtroppo normale fare sacrifici umani per ingraziarsi le divinità.
Una di queste vittime che, oltre mille anni dopo, gironzola ancora oggi nel vicolo, ignara del proprio triste destino, è il fantasma di un ingenuo fanciullo che sorride ai passanti.
Tra la sera del venerdì santo e l’alba di Pasqua è possibile invece imbattersi in un lugubre carro che, guidato da un misterioso nocchiero e trainato da un superbo palafreno, percorre il tragitto da Porta di S. Fede, attraversa Via delle Fontane e prosegue lungo Corso Carbonara, carico delle anime defunte di morte violenta.
Sempre nei pressi della Porta certe notti si può intravedere lo scellerato spettro del Vacchero colui al quale, a causa del suo tradimento, la Repubblica ha dedicato la celebre colonna infame.
Un’altra sanguinosa leggenda riguarda la Cattedrale di S. Siro nella quale i Vescovi lombardi, in fuga da Milano, traslarono le reliquie del loro patrono S. Ambrogio.
Fra i prelati milanesi si distinse per costumi dissoluti un tal Valentino che, una volta deceduto, nella chiesa ebbe sepoltura.
Ma una notte, fra il terrore dei presenti accorsi sul posto perché turbati dal frastuono delle urla, due spettri furibondi riesumarono la salma del monaco.
Costoro lo resuscitarono e trascinarono fuori dall’edificio religioso.
All’indomani il corpo del malcapitato venne rinvenuto gettato in malo modo nella fossa comune del cimitero.
In Piazza Banchi, nei pressi di S. Pietro della Porta vaga invece, accompagnato da una triste melodia, lo spirito dello Stradella, noto compositore secentesco, protagonista di torbide vicende amorose.
Ai fatti accaduti la sera del 24 aprile 1841 è infine legata l’infelice relazione fra il Conte Camillo Benso di Cavour e la nobildonna genovese Anna Schiaffino Giustiniani.
Costei, depressa perché non corrisposta, la sera sopra citata, durante un importante ricevimento, si gettò nel vuoto dalla finestra del palazzo Lercaro di Via Garibaldi.
Da allora, ogni 24 aprile, in corrispondenza della finestra del folle volo, compare una grande macchia con le sembianze della trentatreenne suicida.

Fine quarta parte… continua…
In Copertina: Via Luccoli di sera. Foto di Leti Gagge.