Vico dei Cartai

In Sottoripa accanto al Gran Ristoro, il celebre negozio di panini, si snoda vico dei Cartai, la cui targa è purtroppo imbrattata dai soliti incivili.

Il toponimo trae origine dalla presenza in loco in epoca medievale di numerose botteghe di cartai.

Costoro avevano le loro fabbriche, vedi quelle dell’Acquasanta a Mele, nel ponente del genovesato ed erano talmente rinomati da fornire di fogli, per la redazione dei propri atto ufficiali, il Parlamento inglese.

Al civ. n. 17r è presente (s’intravvede in fondo al caruggio) la settecentesca edicola di Madonna col Bambino celebre perché al suo fianco è murata una palla di cannone sparata dalla Batteria della Lanterna durante il Sacco di Genova del 1849 del generale La Marmora.

La Grande Bellezza…

In Copertina: Vico dei Cartai. Foto di Stefano Eloggi.

Madonna e bomba di Vico Cartai

Al civ. n.17 r. di Vico Cartai si ammira la secentesca edicola di Madonna col Bambino. La statua esposta è una copia poiché l’originale è stata rubata, come del resto anche i due cherubini alati che erano posti ai lati, insieme alla testa d’angelo sul monogramma di Maria. Alla base del tempio è incisa l’epigrafe che recita:

“Elucidant Me Vitam Eternam Habebunt Sap.za”.” Traduz: Riverserò ancora l’insegnamento come una profezia, lo lascerò per le generazioni future”.

Curiosa, a fianco dell’edicola, è la palla di cannone murata nell’edificio con un’efficace sbarra di ferro. Si tratta di una triste e concreta testimonianza del bombardamento avvenuto nell’aprile 1849 per volere del re sabaudo Vittorio Emanuele II e diligentemente eseguito dal generale La Marmora in occasione della nefasta aggressione passata alla storia come il “Sacco di Genova”.