Quando in Via del Piano il greto del torrente era già occupato da baracche “abusive” che ospitavano piccole attività artigianali, capannoni adibiti a magazzini e improvvisati campi da bocce…
quando lo stadio non era ancora stato intitolato a Luigi Ferraris, caduto eroicamente durante la prima guerra mondiale e insignito della medaglia d’argento al valor militare…
quando al toponimo del luogo si associava dunque il nome del terreno di gioco, appunto, di “Campo di Via del Piano”…
quando il tratto ad esso adiacente non era ancora stato dedicato al leggendario Giovanni De Prà, il portiere degli ultimi due scudetti, colui che orgogliosamente pronunciò ai sabaudi, con le accorate e oggi dimenticate parole, “il gran rifiuto”: “Grazie per la stima accordatami – rispose a Edoardo Agnelli, presidente della Juve – ma io sono genovese e genoano e non posso giocare in altre squadre che non siano il Genoa”.