Sotto lo sguardo vigile della Basilica di Carignano il Borgo dei Lanaiuoli, ormai ridotto rispetto alle sue originarie dimensioni dalla costruzione della moderna piazza Dante, si mostra in tutta la sua struggente bellezza.
Quando nel millenario borgo c’era ancora la casa che aveva visto nascere il 27 ottobre del 1782 Niccolò Paganini.
Il percorso si snodava sul tracciato del sottostante Rivotorbido e partiva a monte da Piazza Ponticello in direzione mare prendendo il nome di Lanaiuoli dall’antica presenza delle botteghe dei Tessitori.
La contrada dei Lanaiuoli, insieme a quelle dei Servi, della Madre di Dio e della Marina, costituiva quello che genericamente veniva indicato come il quartiere della Madre di Dio.
Il territorio dei Servi doveva il suo toponimo all’omonima trecentesca chiesa, oggi distrutta e ricostruita alla Foce, di Santa Maria dei Servi.
L’antica chiesa sul retro della quale vicino al campanile s’inerpicava Via Fieschi, è riconoscibile sulla parte sinistra della cartolina.
Proseguendo fuori campo via dei Servi nel tratto finale mutava, dal nome della secentesca chiesa con annesso convento, intestazione in Madre di Dio.
La chiesa, attuale biblioteca Franzoniana, esiste ancora oggi dimenticata sotto il Ponte di Carignano.
Il tracciato si concludeva in piazza Redoano alla Marina fra le omonime mura e il retro dell’Albergo Popolare.
L’anno è il 1935, 37 anni dopo sarebbe iniziata l’inopinata demolizione perpetrata dagli architetti Dasso, Bruzzone e Gae Aulenti.