Nei pressi di S. Giorgio è situata un’antica piazzetta la cui conformazione è stata stravolta dalle opere di fine ‘800 per la realizzazione di Via S. Lorenzo.
I portici che proseguivano fino al molo vecchio sono stati demoliti e sostituiti da quelli ottocenteschi, i relativi magazzini del Porto Franco che occupavano tutto lo spazio (odierna Via Turati) scomparsi.
Al loro posto un parcheggio, il sottopasso e la sopraelevata.
Il toponimo trae origine dalla parola araba “Reba o rayba” che significa mercato o magazzino delle biade.
Fin dal ‘200 la piazza era identificata con il diminutivo di Raibetta perché dedicata allo smercio di legumi e per distinguerla dall’attigua e più importante Raiba, lo spazio assegnato alla compravendita dei cereali.
!["Il porticato all'angolo con Vico delle Compere, di fronte a Piazza della Raibetta".](https://www.amezena.net/wp/wp-content/uploads/2016/10/received_1563772446973585-300x225.jpeg)
!["Cartolina raffigurante Piazza della Raibetta e, sullo sfondo, palazzo S. Giorgio".](https://www.amezena.net/wp/wp-content/uploads/2016/10/piazza-della-Raibetta-300x192.jpg)
![fb_img_1480539373642](https://www.amezena.net/wp/wp-content/uploads/2016/10/FB_IMG_1480539373642-200x300.jpg)
Nello stesso spiazzo vi era anche “la clapa piscium” ovvero il mercato del pesce.
Qui avveniva un singolare rituale di messa alla berlina che vedeva protagonisti coloro i quali si macchiavano di fallimenti: al malcapitato venivano requisiti tutti i beni restanti in favore dei creditori e doveva, fra l’ilarità dei concittadini chiamati a raccolta, patire l’umiliazione di sbattere tre volte le natiche sulla pietra.
Da qui il nostrano, per dire che si è toccato il fondo, “dar di culo sulla ciappa”.
In Copertina: Piazza della Raibetta.