La Madonna del Galeotto…

Le edicole votive nel centro storico costituiscono una preziosa istantanea non solo architettonica e religiosa del loro tempo ma rappresentano anche un originale pretesto per raccontare storie, fatti, leggende di cui sono state silenti testimoni:

Narra, ad esempio, un’antica leggenda che due guardie stavano conducendo in catene verso il Palazzetto Criminale un prigioniero che continuava a professarsi a squarciagola innocente.

Una volta giunti in Campopisano il detenuto si gettò ai piedi davanti ad un’edicola dichiarando la propria estraneità in relazione ai reati per i quali era imputato.

Alzò le mani al cielo e, quando in un fragore assordante, le catene si ruppero di colpo, i militi gridarono spaventati al miracolo.

Di fronte a tale manifestazione divina infatti decisero di lasciare subito libero il mal capitato ma il galeotto non ne volle sapere.

Questi pretese di essere regolarmente processato e prosciolto da ogni accusa direttamente dal tribunale.

L’immagine della Vergine protagonista di questo portentoso accadimento, tramandato nei secoli, assunse il nome di “Madonna del Galeotto”.

“La cinquecentesca edicola della Madonna del Rosario, sostituita con un calco di Madonna con Bambino del sec. XVIII, oggi vuota”..

Quale sia l’edicola in questione rimane ancora d’incerta attribuzione: secondo alcuni sarebbe quella vuota presente sotto l’arcata del ponte di Carignano, secondo altri invece sarebbe quella posta in Vico Superiore di Campopisano al n. 3.

La prima, in muratura, conteneva una statuetta cinquecentesca della Madonna del Rosario, sostituita con un calco di Madonna con Bambino del sec. XVIII. La statuetta oggi è custodita presso la vicina ex chiesa di San Salvatore.

La seconda, collocata in una nicchia semicircolare, accoglie la statua marmorea, purtroppo mutila in alcune sue parti, della Madonna con Bambino e San Giovannino.

Quale che sia la vera Madonna del Galeotto, ogni edicola ha la sua suggestiva storia da raccontare.

Storia delle Edicole…

di Santi, di Madonne, di galeotti, di pittori e di assassini.

Nel 1133 San Bernardo di Chiaravalle che è a Genova per tentare di riappacificare la città con Pisa vi diffonde il culto della Madonna di cui è devoto.

Genova diventa fra le prime città in Italia a venerare la madre di Gesù. I caruggi, agli angoli dei palazzi, si popolano di edicole (“piccolo tempio” in latino) dedicate ai Santi protettori e a Maria.

Raggiungono la massima diffusione nel ‘700 dopo l’elezione nel 1637 della Madonna a Regina. Ogni corporazione gareggia per avere l’edicola più bella.

E’ un onore essere scelto per la loro cura, manutenzione e illuminazione.

In questo modo la sera Zena, a gratis, è sempre illuminata (altro che Londra o Parigi dicono i viaggiatori del tempo). Molte sono state rubate, altre distrutte dalle intemperie o deturpate dall’incuria: solo che nel centro storico se ne contano ottocentoquarantanove.

Alcune meritano di essere ricordate; “La Madonna del Galeotto” posta sotto il Ponte di Carignano così chiamata perché un giorno un marinaio arrestato ingiustamente si gettò ai suoi piedi per testimoniare la propria innocenza. Le catene si ruppero e il devoto Galeotto fu liberato senza processo;

La settecentesca “Madonna delle Cinque Lampadi” (in ardesia) presso l’omonima piazza, all’angolo con Vico del Filo, talmente bella che veniva illuminata giorno e notte appunto da cinque lanterne.

Secondo altre fonti invece nella zona sarebbe stata in compagnia di ulteriori quattro immagini sacre illuminate da altrettante lampade e, sarebbe quindi questa l’origine del toponimo;
"L'edicola della Madonna delle cinque lampadi".
“L’edicola della Madonna delle cinque lampadi”.

“L’edicola degli orefici” dedicata a S. Eligio patrono degli orafi commissionata al pittore Pellegro Piola perché fosse, fra tutte, la più sfarzosa. Il Bianco, pittore amico del Piola, quando la vide, comprese quanto l’autore di tale opera gli fosse superiore.

Morso dall’invidia e dalla gelosia, la sera stessa, in Piazza Sarzano, attese il rivale e lo uccise accoltellandolo.

La leggenda narra che il fantasma del Piola, di notte,

vaghi ancora per la piazza in cerca di vendetta.

"L'edicola barocca di Salita Pollaiuoli".
“L’edicola barocca di Salita Pollaiuoli”.