Anania non riuscì a dipingerne le fattezze cosicché, il Nazareno si asciugò il volto in un fazzoletto di lino imprimendovi i propri lineamenti, dicendogli di consegnarlo al proprio Re.
Tornato in patria Anania accostò il volto santo al Re che subito guarì e si convertì al Cristianesimo, proclamandolo religione di Stato.
Dopo varie peripezie, nel 1362, la reliquia giunse a genova donata dall'imperatore di Costantinopoli al futuro doge, il Capitano e mercante leonardo montaldo.
Costui la consegnò ai monaci armeni in fuga dalle invasioni musulmane, stabilitisi in Genova già dal 1308, presso la Chiesa di S Bartolomeo degli Armeni.
Trafugato nel ‘500 dai francesi venne riacquistato e riconsegnato nuovamente ai Monaci orientali.

Un'altra perla di Genova, anzi un prezioso gioiello di fattura bizantina, una reliquia che, per valore storico, culturale, artistico e religioso, venerata dagli Ortodossi, è ritenuta addirittura dagli stessi più importante della Sindone custodita a torino.
Ultima curiosità il Capitano Montaldo, portò seco anche una singolare pianta che ornava i balconi della città.

Fu così che, secondo la leggenda, quella profumata piantina, chiamata “Erba del Re”, il basilico approdò sulle nostre coste.