Il formicaio del porto

Camalli al lavoro nel porto.

È difficile osservarli: vi guizzano di continuo davanti agli occhi, corrono, si affaccendano, scorrazzano di qua e di là, si affrettano.

I vicoli verso il mare brulicano di gente, ma quelli che stanno fermi non sono genovesi, sono marinai di tutti i mari e di tutti gli oceani, piloti, capitani.

Qui una campana, là un’altra campana: Partenza! Partenza! Una parte del formicaio si dà da fare, gli uni caricano, gli altri scaricano.

Aleksandr Ivanovič Gercen noto come Herzen (1812 – 1870) filosofo russo.

“Un grido di ammirazione”.

Nell’ atrio di Palazzo Angelo Giovanni Spinola i membri del casato, in omaggio alla gloriosa stirpe, sono rappresentati nelle nobili vesti di condottieri romani”. Foto degli affreschi dei fratelli Calvi di Francesco Auteri.

“Mi trovai a Genova insieme con certi americani che avevano attraversato l’Oceano da pochissimo tempo. Genova li colpì.

Vedevano coi loro occhi tutto quel che avevano letto sul vecchio mondo e non potevano saziarsi di contemplare le vie medievali, ripide, strette, buie, l’insolita altezza delle case, le fortificazioni e i viadotti semi diroccati, ecc.
Entrammo nell’atrio di un palazzo. Un grido di ammirazione si sprigionò dal petto di uno di essi: «Come visse questa gente! – ripeteva, – che dimensioni, che bellezza! No, da noi non c’è nulla di simile!» Ed era pronto ad arrossire per la sua America. Gettammo un’occhiata nell’interno d’un vasto salone: ritratti degli antichi padroni, quadri, pareti scolorite, vecchi mobili, vecchi stemmi, aria morta, vuoto… e il vecchio custode con la cuffia di maglia nera, in logora giacchetta nera, col mazzo delle chiavi… tutto diceva che quella non era più una casa, ma una rarità, un sarcofago, il vestigio opulento d’una vita passata.
– Sì, – dissi nell’uscire agli americani, – avete completamente ragione, questa gente visse bene”.

Cit. Aleksandr Ivanovič Herzen (1812 – 1870) scrittore e filosofo russo.

In copertina: affreschi dei fratelli Calvi nell’atrio di Palazzo Angelo Giovanni Spinola.

Foto di Francesco Auteri.