Il Palazzo dei Marmi…

“Le cinque statue, da sinistra a destra Oberto, Corrado, Opizzino, Galeotto, Giacomo”.

… storie di consoli, capitani, ammiragli…

Affacciato su Piazza Fontane Amorose (questa dal ‘400 al 1868 l’antica denominazione di Piazza Fontane Marose) al n.6 è impossibile non notare il palazzo caratterizzato dalla facciata a fasce bicrome di marmo e pietra, il classico bianco del marmo di Carrara alternato al nero della pietra di Promontorio. Venne costruito fra il 1445 e il 1449 nell’area dove si ergeva un’antica torre della famiglia. Si tratta del Palazzo di Giacomo Spinola, meglio noto, per il suo particolare aspetto, con l’appellativo “dei Marmi”.

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“Palazzo Giacomo Spinola”. Foto di Leti Gagge.

In origine l’edificio e fino al 1832 sorgeva, sullo stile di Piazza S. Matteo, sopra una piazzetta sopraelevata che fiancheggiava la prosecuzione di Via Luccoli verso Salita Santa Caterina dove si trovava l’omonimo varco.

Con l’apertura ottocentesca di Via XXV aprile  le sue caratteristiche vennero significativamente stravolte non solo nel prospetto esterno ma anche negli ambienti interni.

 

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“Decori sul prospetto angolo Via XXV aprile. In evidenza l’edicola e una cornucopia”. Foto di Leti Gagge.

Il recupero del palazzo nella versione in cui oggi lo possiamo ammirare è stato avviato dagli architetti Calza e Badano a partire dal 1989.

Al primo piano nobile si alternano quattro quadrifore e cinque nicchie con le quattrocentesche statue di illustri personaggi del Casato: Corrado, Opizzino, Oberto, Galeotto e Giacomo. Sulla facciata sono poste le relative lapidi che ne raccontano le eroiche gesta e ne permettono l’identificazione.

La prima di queste inerente Oberto recita ad esempio:

“Sum Spinula Obertus Loculo Qui Cognitus Astris/

Imperio Obtinui Ianuam Comitante Popello/

Attamen Aurigenam Socium Sme Marte Posci”.

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“Oberto Spinola regge lo scudo del casato”.

Oberto, Console e Capitano del Popolo, insieme al suo omonimo appartenente ai Doria diede origine alla ventennale diarchia dei “due Oberti”. A costoro si deve l’edificazione del primitivo nucleo del futuro Palazzo Ducale.

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“Corrado Spinola”.

La seconda ricorda Corrado, tre volte eletto Console della Repubblica e Ammiraglio di Aragona e Sicilia per conto del re di quelle terre.

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“Opizzino Spinola”

La terza celebra Opizzino, capitano del Popolo, figura diplomatica e uomo di punta dell’Impero in città.

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“Galeotto Spinola”.

La quarta menziona Galeotto, ultimo capitano del popolo insieme a Raffaele D’Oria, dal 1335 al 1339, prima della rivoluzione “popolare” che portò all’elezione, nel 1339 appunto, del primo Doge Simone Boccanegra.

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“Giacomo Spinola”.

La quinta e ultima racconta di Giacomo il committente del palazzo. Costui fece predisporre la nicchia vuota pronta per ospitare, post mortem, la propria statua auto celebrativa.

Le sculture di Oberto, Giacomo, Galeotto e Opizzino sono contemporanee: realizzate da Domenico Gagini le prime tre, da Giovanni Gagini la quarta.

L’ultima invece, quella relativa al padrone di casa, posteriore di circa 40 anni rispetto alle altre, è opera di Giovanni Antonio Amadeo.

Altri grandi personaggi come l’Ammiraglio Francesco, il Doge Agostino e il Generale Ambrogio dovevano ancora nascere…