“L’Arme” o stemma della città di Genova prevede la seguente rappresentazione: “D’Argento alla Croce di rosso; lo scudo è cimato da corona ducale col cimiero della testa coronata all’antica di Giano bifronte ed ha per supporti due grifoni affrontati d’oro; il tutto su di una base pregiata da una conchiglia d’oro, accompagnata da ciascun lato da una palma e dal rostro bronzeo di nave romana a testa di cinghiale, di colore verde.” Quest’ultimo elemento interpretato come una palese allusione all’antica vocazione marittima della città si chiama proembolon, ed è la protuberanza sovrastante il rostro posta quasi all’altezza del ponte delle antiche navi romane.
Fu rinvenuto nel 1597 nel fondale tra Ponte Spinola e la Darsena e nel 1815, dopo il congresso di Vienna venne, insieme a tutta l’armeria della nostra Repubblica che è rimasta abbandonata e dimenticata nei fondi senza essere mai stata esposta, rubata dai Savoia.
Ne esistono tre esemplari:
- l’originale custodito presso l’Armeria Reale di Torino
- una prima copia sita nel deposito provvisorio del deposito del museo di artiglieria presso la caserma Armione della città sabauda
- una seconda copia conservata presso il Museo di Pegli.
Per molto tempo il Comune ha lottato per riavere la singolare “scultura nautica”. La concessione massima fu, la possibilità per il Comune nel 1898, di acquistare una copia, in ghisa e gesso che restò nel museo di Palazzo Bianco fino al 1928 e che fu poi esposta prima nella sede del Museo Civico di Archeologia Ligure a Villetta Di Negro, quindi nel museo di Villa Durazzo-Pallavicini a Pegli, dove è ancora oggi murata nell’ atrio d’ingresso.
L’Assessorato alla cultura di Genova, varie associazioni culturali e non ultimo appelli come quello di Eugenio Vajna de Pava, che ringrazio per le foto e le notizie, ne hanno chiesto la sacrosanta restituzione.