Il Ratto di Persefone

Valerio Castello concepisce a metà 600 per la galleria di palazzo Balbi Senarega in Via Balbi n. 4 un’opera di stupefacente bellezza.

Il pittore sceglie di decorare l’ambiente di passaggio che raccorda le due ali del palazzo e che si affaccia sul cortile da un lato e sul giardino dall’altro, con il mito del Ratto di Persefone.

I due episodi principali, accomunati dalla presenza di carri che solcano il cielo, sono collocati alle estremità: da una parte il Rapimento di Persefone da parte di Plutone re degli Inferi, dall’altro la Caduta di Fetonte fulminato da Giove.

Nella volta riempita da oltre cinquanta personaggi impiegati nei vari episodi si distingue anche la figura di Demetra, dea della prosperità e delle messi, contraddistinta dalle spighe di grano, che si rivolge ai fratelli di Plutone, Giove e Nettuno, per ottenere la liberazione della figlia Persefone.

Attraverso le scene legate al mito di Persefone, al fecondo rinnovarsi della natura, Valerio Castello celebra la prosperità della famiglia committente dei Balbi.

Il rapimento di Persefone è infatti alla base dell’alternarsi delle stagioni, secondo la mitologia greca; Autunno ed Inverno corrispondono ai mesi in cui Persefone è prigioniera di Ade negli Inferi, Primavera ed Estate sono i sei mesi in cui si ricongiunge alla madre Demetra sulla terra, come dispose Giove a seguito delle sue suppliche.

Dall’altro lato della galleria Valerio prosegue il suo fantastico racconto rappresentando Fetonte che fu fulminato da Giove per aver tentato di guidare il Carro del Sole, e aver causato la distruzione delle messi avvicinandosi troppo alla Terra.

Complici le sapienti finte architettoniche barocche del quadraturista bolognese Andrea Seghizzi il talento di Valerio Castello, scomparso prematuramente a soli 35 anni, esplode in tutta la sua genialità.

Ed ecco allora che i carri e i protagonisti dell’affresco sembrano precipitare davvero sopra alla testa di chi osserva.

Il magistrale illusionismo prospettico con cui sono rese le figure che sembrano quasi tridimensionali crea infatti un effetto di incredibile realismo in cui i personaggi dialogano con gli spazi interni ed esterni circostanti.

Il tutto immerso in un trionfo di stucchi e colori che lasciano davvero – e non è un modo di dire – senza parole.

La grande Bellezza…