Uno scorcio di inizio ‘900 con due batosi e una bimba che posano incuriositi, come il signore che poggia la mano sul muretto della scalinata, per lo scatto.
Rapito invece dal superbo panorama di pietra e ardesia, oggi solo uno sbiadito ricordo in bianco e nero, è il papà che tiene per mano la figlioletta.
L’oratorio di Sant’Antonio Abate della Marina e le trecentesche mura della Marina sono ancora lì al loro posto.
Risulta invece beffarda la secentesca epigrafe “Posuerunt me custodem” che, posta sulla parete della chiesa, è riferita alla Madonna Regina di Genova.
La Vergine, a cui tante volte in precedenza era stata attribuita la salvezza della Superba, questa volta non è riuscita a proteggerla dai suoi stessi spietati cittadini.
Le millenarie palazzate dei quartieri della Marina, della Madre di Dio, dei Lanaiuoli e dei Servi sono andate infatti distrutte dalla scelleratezza umana in nome del progresso.
Purtroppo a dominare il colle di Carignano oggi è rimasta sola la Basilica di Santa Maria dell’Assunta.
L’ignobile opera demolitrice si svolse incessantemente a partire dal 1972 fino al 1980.
Sia imperitura vergogna della Commissione Astengo istituita dal Sindaco Pertusio che l’ha decisa, del Cardinale Siri che l’ha approvata e benedetta e degli architetti Dasso, Bruzzone e Aulenti che l’hanno progettata e attuata.
A parziale soddisfazione di tale imperdonabile offesa ci ha pensato il tempo rendendo il moderno quartiere della Regione, che ha sostituito quello più antico, un vuoto e triste contenitore senz’anima e vita.
Quando in Via Corsica dove oggi c’è la banca Carige a partire dal 1901 vi era Capurro la pasticceria gelateria regina del futuro catering cittadino.
Nei fondi del palazzo aveva anche sede il laboratorio che riforniva le altre 7 filiali sparse per la città.
Da Via Cairoli s’imbocca vico alla Casa di Mazzini che introduce in Via Lomellini al quattrocentesco Palazzo Adorno.
L’edificio nella versione odierna è frutto della ristrutturazione di metà ‘800.
Nel 1925 è stato dichiarato monumento nazionale e dal 1934 ospita la sede del museo del Risorgimento italiano perché fu – appunto – a partire dal 1794 la dimora natale dell’apostolo della Libertà.
La Grande Bellezza…
In copertina: Vico alla Casa di Mazzini. Foto di Stefano Eloggi.
Con la costruzione di Via Casaregis iniziata in principio 900 e completata nei due decenni successivi le case e i magazzini dei pescatori vennero espropriate.
Fu così che nel 1935 sulla sponda destra del Bisagno per accogliere le loro attività, vennero appositamente costruite le nuove case dei pescatori.
Il tanto atteso ponte di “Brooklyn” genovese nevralgico collegamento progettato dall’ingegner Morandi venne inaugurato il 4 settembre 1967 alla presenza del Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat che lo definì «un’opera ardita e immensa».
L’innovativo viadotto che risolveva in maniera rapida ed efficace i problemi del traffico e della viabilità commerciale venne costruito in soli quattro anni (tra il 1963 e il 1967) presentava una campata lunga 210 metri, compresa fra le pile 10 e 11, che era a quel tempo la più estesa d’Europa e la seconda nel mondo.
Fu il progettista stesso però a sottolineare il carattere provvisorio della sua costruzione, realizzata in tempi rapidi e con moderne tecnologie, ma destinata ad una travagliata esistenza segnata da continue e costose manutenzioni.
Il resto – purtroppo – è drammatica e nefasta storia recente…
Già dalle caratteristiche moderne della sua stazione, con le sue gigantesche tettoie d’acciaio, si poteva facilmente intuire perché Sampierdarena era considerata la Manchester italiana.
Il nucleo originario della stazione fu costruito nel lontano 1853 in occasione della realizzazione della tratta Genova – Busalla della linea ferroviaria dei Govi.
Fu poi ampliata con la realizzazione della linea Asti-Genova e della linea Genova-Savona della quale è anche stazione di diramazione.
Tuttora rimane il terzo scalo cittadino.
Giunsero a Genova il 25 giugno e alloggiarono al Columbia Excelsior in Via Balbi, vicino alla stazione ferroviaria di Piazza Principe.
Quando, come molti illustri viaggiatori del passato, si fecero scorrazzare sulle alture per poter ammirare il panorama della Superba e del porto illuminato di notte.
Non contento George Harrison giunse sino a Sori per fare un bagno in mare.
Quando il 26 giugno 1965 al Palasport si esibirono, nella loro unica tournée italiana, i Beatles.
Salirono sul palco due volte per poco più di mezz’ora nello stesso giorno: davanti a 5000 spettatori nel pomeriggio, 15000 alla sera.
Oltre a Genova, scelta da Mc Cartney perché città di mare come Liverpool i Beatles, dopo essersi esibiti a Milano, suonarono infatti solo a Roma.
Quando in Piazza Acquaverde capitava di incontrare star hollywoodiane di passaggio.
Quando il 19 gennaio 1958 il regista Orson Welles con elegante cappello, in compagnia della moglie, l’attrice Paola Mori con in braccio il suo bassotto, passeggiavano davanti alla stazione.
Foto archivio Publifoto.
Quando a Genova nel 1914, fra le innumerevoli attrazioni dell’Expo d’Igiene e delle Colonie della Marina, c’era anche la birreria giapponese.
Nella curiosa struttura a chalet che ospitava la delegazione del sol levante, oltre alla birra vera e propria accompagnata ai fagioli di soia e calamari essiccati o al tradizionale Sakè si potevano degustare bevande a base di soia, riso e mais e altre specialità orientali come l’allora poco noto sushi.
Tra Via Prè e Via Balbi “nei quartieri dove il sole del buon Dio non da i suoi raggi..”, si trova Vico delle Monachette, il caruggio più stretto della Superba, appena settantanove centimetri di larghezza!
In un’anonima abitazione di questo piccolo vicolo nel 1857 trovò rifugio, ricercato dalla polizia sabauda, Giuseppe Mazzini che si trovava in città per organizzare un’insurrezione.
Foto di Alfred Noack 1880 circa.