Vico superiore di Santa Sabina.

La zona di Santa Sabina prende il nome dall'antichissima chiesa dei santi Vittore e Sabina fondata nel VI secolo.

Nella piazza infatti sorgeva l'omonima chiesa sconsacrata nel 1931 e poi demolita nel 1939 per fare spazio ad un cinema.

Al posto di quest'ultimo, anch'esso abbattuto, una moderna quanto orripilante (visto il contesto) costruzione di vetro e cemento sede di una filiale della Carige.

In rimane una malinconica edicola votiva vuota.

La semplice nicchia in stucco infatti è priva sia della statua della Vergine che del relativo cartiglio.

Il tempietto è incorniciato da volute a riccioli con quattro teste di cherubini alati.

In Copertina: Vico superiore di Santa Sabina. Foto di Alessandra Illiberi Anna Stella.

Edicola Via Gramsci 19a

Particolare di quest'edicola è il fatto che la statua della Vergine con il Bambinello è ricoverata all'interno di una nicchia semicircolare che sovrasta il portale.

Alla base l'epigrafe recita: “Venite. Ascendamvs. Ad Domus.Dei – PS. 1 C.2. V.3.

Gli storici dell' non sono concordi sulla datazione.

A questo è legata un'altra curiosità che rimanda ai resti della di cui resta traccia nell'edificio.

La chiesa di San Vittore fu fondata nel 1156 per ospitare i pellegrini e demolita nel 1836 dai reali piemontesi per espandere gli spazi del loro attiguo palazzo.

Nel cavedio della vicina chiesa di San Sisto in Via Prè sono infatti ancora visibili brani della navata sinistra e un mozzicone del millenario campanile.