Storia di una Santa… di una profezia…

Nel 1346 Brigida la santa svedese, sulla via verso Roma dove avrebbe chiesto al Papa l'approvazione per il suo neonato ordine religioso, sostò a Genova Quarto per una settimana. Un giorno si fece accompagnare dalla parte opposta del golfo, nel ponente cittadino, per fare una passeggiata con la figlia  ed ammirare la Dominante dall'alto.

Fu così che, giunta sul colle del Peralto, in località Mura delle Chiappe, espresse la nefasta profezia: “Un giorno il viandante che passerà dall'alto dei colli che recingono Genova, accennando con la mano i lontani cumuli di detriti, dirà: laggiù fu Genova ”.

 

Probabilmente i non gli dovevano essere risultati troppo simpatici forse perché la Santa aveva già intravisto in loro quel carattere superbo e altezzoso che, 12 anni più tardi, nel 1358 Petrarca avrebbe scolpito nell'eternità: “Vedrai una città regale, addossata ad una collina alpestre, superba per genti e per mura, il cui aspetto la indica signora del mare”. Non tutti sanno però che la celebre descrizione del poeta toscano proseguiva con un monito, non molto diverso nella sostanza dalla profezia della Santa “… la stessa potenza, come è già accaduto a molte città, le nuoce e le reca danno, perché offre materia alle contese e alle gelosie cittadine…” 

D'altra parte il conterraneo Sommo Dante nel canto XXIII dell'Inferno, nei versi 151-153, aveva sentenziato:
“Ahi Genovesi, uomini diversi
d'ogne costume e pien d'ogni magagna,
perché non siete voi del mondo spersi?”.

, Santa Brigida, Petrarca, se tre indizi costituiscono una prova, la conferma è sugellata da un'altra predizione, parte di una raccolta di scritture notarili quattrocentesche, custodita presso l'archivio vescovile di Piacenza, opera di un anonimo scrittore:

“Tra Capo di Faro ed si erge una CIVITAS OPULENTISSIMA, che sarà distrutta dal drago, allora si dirà HIC FUIT IANUA SUPERBA”.

Il drago faceva riferimento al simbolo cittadino rappresentato sul sigillo e sulle monete della città insieme al Grifo. Forse l'anonimo non ricordava che S. Giorgio il drago lo aveva ucciso e che, il Grifone a Genova, simboleggiava la riconquistata libertà.

“Nostra Signora Assunta di Carbonara”. Foto di Leti Gagge.

Nel 1695 la Madonna in persona, dal 1637 Regina di Genova, avrebbe indicato in sogno a Padre Carlo Giacinto, il punto esatto dove erigere un Santuario a lei dedicato, non molto lontano da dove, oltre tre secoli prima, Santa Brigida aveva emesso il suo infausto vaticinio. Il nuovo tempio avrebbe dovuto essere rivolto a nord, cioè a monte, anziché a sud, verso il mare in modo da non essere testimone di quanto profetizzato. Nonostante gli altri numerosi preesistenti santuari: il Gazzo, , Madonna del Monte e Guardia, Nostra Signora Assunta di Carbonara, questo è il nome completo della Madonnetta, divenne l'unico luogo di culto ufficialmente riconosciuto dalla Repubblica.

“Salita di Santa Brigida, in cima alla scalinata l'archivolto, un tempo portone della chiesa, con la statua della santa”.

Dopo la profezia di Santa Brigida e dopo l'erezione del santuario, Genova ha comunque dovuto subire ed affrontare numerose distruzioni e sventure, in particolare il Sacco di spagnoli e lanzichenecchi nel 1522, il bombardamento del re Sole nel 1684, l'occupazione austriaca riscattata dal Balilla nel 1746, il cannoneggiamento inglese del 1800, il massacro del La Marmora nel 1849, i bombardamenti alleati della Seconda Guerra Mondiale e le rappresaglie tedesche nel periodo antecedente la Liberazione Genova. Con buona pace della santa svedese, dei due toscani, e dell'anonimo piacentino, si è sempre rialzata.

“I trogoli di S. Brigida”. Foto di Leti Gagge.

Ma la Superba non ha portato rancore visto che la descrizione del Petrarca è tuttora la più celebre ed apprezzata e alla santa svedese oltre ai trogoli e una strada, sono stati intitolate una chiesa e due conventi nella zona compresa tra Via Prè e Via Balbi.

“La lapide, posta in Salita S. Brigida, in memoria delle vittime della vile imboscata”.

L'8 giugno del 1976 ahimè, proprio sotto l'arco sottostante la statua della santa, in Salita S. Brigida, il procuratore generale di Genova Francesco Coco e due agenti della sua scorta furono barbaramente trucidati da un commando armato delle Brigate Rosse.

Genova non dimentica…

2 pensieri riguardo “Storia di una Santa… di una profezia…”

  1. Mi ricordo che mia madre ogni tanto ripeteva la profezia di Santa Brigida e quando ero bambina mi faceva paura forse perché avevo subito i bombardamenti della seconda guerra mondiale.Le parole del Petrarca le ho conosciute solo recentemente su facebook e i famosissimi versi di Dante naturalmente li ho studiati in liceo.
    .Tu ci hai fatto un bel compendio di tutte le disgrazie profetizzate e di quelle avvenute ma io sono convinta che Genova sarà lì ancora per millenni e anche i genovesi conserveranno il loro carattere.

    1. assolutamente si! eppoi. quale citta’ in Italia non ha subito distruzione, specie nella seconda guerra mondiale?il fatto è che i genovesi hanno sempre combattuto contro gli invasori,non si sono mai arresi, sono sempre stati potenti e valorosi, ergo, come potevano essere simpatici?
      Dante? Era talmente mal sopportato da tutto il mondo lui che i suoi apprezzamenti mi inorgogliscono
      .

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