“La Passio di S. Lorenzo”…

Posto sull'architrave del portale principale della cattedrale di Genova si trova un bassorilievo datato alla prima metà del XII sec.

La scultura rappresenta disteso orizzontalmente su una graticola, ai lati due addetti che attizzano le braci con i mantici, sovrano e popolo che assistono al martirio.

In questa splendida immagine viene mirabilmente condensata la “Passio di San Lorenzo”:

“Cattedrale di S.Lorenzo in notturna”. Foto di Leti Gagge.

Lorenzo era un giovane diacono che, stretto collaboratore di Papa Sisto II, venne insieme al Pontefice perseguitato sotto il regno di Valeriano. Per volere dell'imperatore infatti era stata emanata un'ordinanza che disponeva l'esecuzione immediata per decapitazione di tutti i  membri del clero che non avessero abiurato. Le terribili sentenze vennero eseguite per il Papa, il 6 agosto (S. Sisto tanto caro ai vincitori in quel giorno alla Meloria) lungo la Via Appia, il 10 agosto per il suo diacono, presso la Tiburtina. Secondo la tradizione Costantino onorerà quel luogo con l'erezione della maestosa basilica di San Lorenzo al Verano fuori le mura.

E' intorno al IV sec. che iniziò a diffondersi la leggenda che Lorenzo fosse morto non per decapitazione ma arso vivo. Numerosi agiografi si occuparono della vicenda che, per quanto riguarda Genova, iniziò nel momento in cui Jacopo da Varagine ce ne tramandò il passaggio, durante il trasferimento dalla a Roma, in città.

I due futuri santi sostarono in preghiera in una piccola cappella sul Broglio, proprio nel luogo dove oggi sorge la superba cattedrale.

Scrive Jacopo: al prefetto Decio (futuro successore di Valeriano) che gli  intimò: ”Sacrifica agli dei o passerai questa notte fra i tormenti, Lorenzo rispose: ”La mia notte non è oscura, ma tutta raggiante di splendore”. L'imperatore furibondo ordinò che fosse portato qua un letto perché “vi riposi l'empio Lorenzo”. Il Santo venne disteso sulla graticola sotto la quale venne acceso il fuoco. Ma Lorenzo, proprio come molti secoli dopo farà con i suoi inquisitori, sfidò Valeriano: ”Sappi miserabile, che questi carboni ardenti mi sono di refrigerio: ma per te sono pegno di pena eterna” poi, rivolto a Decio, proseguì: ”Mi hai abbastanza abbrustolito da una parte, ora rigirami dall'altra parte e mangiami”. Lorenzo rese grazie al Signore dicendo: ”Ti ringrazio Gesù, perché ti sei degnato di aprirmi le porte del tuo regno!” e morì.

San Lorenzo insieme a San Giovanni Battista, S. Giorgio, San Bernardo e S. Siro è uno dei cinque santi patroni e protettori della Superba.