Storie… e… racconti magici…

e di un folletto dispettoso…
Nella cultura della tradizione popolare genovese in particolare, e ligure in generale, anche se non mancano orchi e diavoli o fate, le streghe (“strie”) sono di gran lunga le più gettonate.
Spesso, nei racconti in cui vengono citate, sono protagoniste in positivo come, ad esempio,nel caso della fiaba “Baffidirame il senza paura”.
In questa favola sarà proprio la strega, cattiva all’inizio, a redimersi e ad indicare, nel proseguio, il da farsi al protagonista per aiutarlo a fuggire.
Nel racconto di “Prezzemolina” invece, a rabbonirsi, è un gatto magico che aiuterà, una volta divenuto suo amico, la bimba caduta prigioniera delle orchesse, a scappare, sciogliendo i malvagi incantesimi.
Sorta di elfi cittadini erano poi chiamati “Cursi”, piccole creature a metà fra i nani e i folletti.
Uno di questi, piuttosto dispettoso, si palesa davanti alla chiesa di S. Barnaba sollevando malizioso le vesti dei religiosi.
Non contento, sempre lo stesso folletto, si sarebbe adoperato fornendo ogni genere di provocazione, nel tentativo di far desistere i novizi dalla loro vocazione.
Interpellato il noto esorcista S. Lorenzo da Brindisi, grazie alle sue potenti preghiere, il folletto fu relegato in un angolo isolato del convento, concedendogli di poter uscire solo tre volte all’anno.
Sulle alture di Voltri invece, nelle grotte utilizzate durante la seconda guerra mondiale come rifugi antiaerei, i vecchi tramandano la presenza di donnine minuscole e piuttosto vendicative.