“Dar di culo sulla ciappa”…

Nei pressi di S. Giorgio è situata un’antica piazzetta la cui conformazione è stata stravolta dalle opere di fine ‘800 per la realizzazione di Via S. Lorenzo.

I portici che proseguivano fino al molo vecchio sono stati demoliti e sostituiti da quelli ottocenteschi, i relativi magazzini del Porto Franco che occupavano tutto lo spazio (odierna Via Turati) scomparsi.

Al loro posto un parcheggio, il sottopasso e la sopraelevata. 

Il toponimo trae origine dalla parola araba “Reba o rayba” che significa mercato o magazzino delle biade.

Fin dal ‘200 la piazza era identificata con il diminutivo di Raibetta perché dedicata allo smercio di legumi e per distinguerla dall’attigua e più importante Raiba, lo spazio assegnato alla compravendita dei cereali.

"Il porticato all'angolo con Vico delle Compere, di fronte a Piazza della Raibetta".
“Il porticato all’angolo con Vico delle Compere, di fronte a Piazza della Raibetta”. Foto di Leti Gagge
"Cartolina raffigurante Piazza della Raibetta e, sullo sfondo, palazzo S. Giorgio".
“Cartolina raffigurante Piazza della Raibetta e, sullo sfondo, palazzo S. Giorgio”. Collezione Stefano Finauri.
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“Dar di culo sulla ciappa. Immagine conservata nei musei di S. Maria di Castello”.

Nello stesso spiazzo vi era anche “la clapa piscium” ovvero il mercato del pesce.

Qui avveniva un singolare rituale di messa alla berlina che vedeva protagonisti coloro i quali si macchiavano di fallimenti: al malcapitato venivano requisiti tutti i beni restanti in favore dei creditori e doveva, fra l’ilarità dei concittadini chiamati a raccolta, patire l’umiliazione di sbattere tre volte le natiche sulla pietra.

Da qui il nostrano, per dire che si è toccato il fondo, “dar di culo sulla ciappa”.

In Copertina: Piazza della Raibetta.