Piazzetta di San Giovanni il Vecchio

Sul lato sinistro della cattedrale si apre proprio davanti all’omonimo portale la minuscola quanto graziosa piazzetta di San Giovanni il Vecchio.

L’entrata in chiesa da questo lato è chiusa da una modesta cancellata che impedisce di godere appieno dei curiosi fregi che adornano l’ingresso.

Secondo la tradizione cristiana la parte sinistra dell’edificio rappresentava la componente oscurata del creato. Si spiegherebbero così le creature mostruose che lo decorano.

Sulla porta di accesso al Battistero invece si può ammirare, quasi dimenticato dai pedoni assorti nel loro vorticoso andirivieni in via San Lorenzo, il cinquecentesco rilievo con il Battesimo di Gesù.

Il prezioso manufatto è attribuito al magistrale scalpello di Niccolò da Corte.

In copertina: Piazzetta di San Giovanni il Vecchio. Foto di Giovanni Caciagli.

La Grande Bellezza…

La Casa di Andrea

Al civ. n. 17 di Piazza San Matteo si trova il palazzo donato nel 1528 dalla Repubblica all’ammiraglio per i suoi servigi alla patria.

Ad Andrea D’Oria e ad i suoi eredi fu inoltre riconosciuta l’esenzione perpetua dalle tasse.

L’edificio originario che venne edificato da Lazzaro D’Oria attorno al 1460 ha subito nel corso dei secoli diversi rimaneggiamenti e cambiamenti fino a raggiungere, nella forma attuale, una riuscita fusione tra tardo gotico e primo rinascimento.

Il portale di scuola toscana attribuito a Nicolò da Corte e Gian Giacomo della Porta, secondo altri invece a Michele d’Aria e Giovanni Camplone, è un autentico capolavoro.

Figure zoomorfe e decorazioni a candelabri riempono ogni spazio possibile: testine, animali fantastici, lucertole, teste di montone e leone, pavoni, sirene e ninfe danzanti, uccelli che beccano dai fiori, roditori spuntano dalle cornucopie, pesci mostruosi e grifoni appollaiati sui capitelli.

A questi motivi se ne intrecciano altri floreali come girali e corone di fiori.

Nei sopracapitelli quadrati, a ricordare la fazione politica di appartenenza, due teste di imperatore.

Sopra l’architrave è scolpita l’epigrafe retta da due putti alati che certifica la donazione:

Senat. Cins Andre / Ae De Oria Patriae /Liberatori Mvnvs / Pvbblicvm.

Incisa sulla lapide l’immagine di una sfinge simbolo e sintesi dei quattro elementi che costituiscono il creato.

I fregi ornamentali originali sul prospetto principale sono opera dei maestri antelami Giovanni da Lancio e Matteo da Bissone.

La classica facciata in marmo bianco e nero alternato presenta in alto sulla sinistra due piccole logge una sopra l’altra chiuse da una terrazza decorata con archetti.

All’angolo della prima un pilastro marmoreo è scolpito con guerrieri del casato in nicchie con conchiglie sulle volte.

La seconda loggia invece aperta presenta arcate a tutto sesto, volte a crociera e fregi di archetti.

In realtà il celebre ammiraglio non visse mai in questa casa preferendo stabilirsi nella sua lussuosa dimora di Fassolo.

In copertina: la casa di Andrea D’Oria in San Matteo. Foto di Stefano Eloggi.

“Di Piazza in Piazza”…

… storia di Piazza dell’Agnello e Piazza Pinelli…

La piazzetta dell’Agnello deve il nome alla presenza al civ. 9 di un rilievo marmoreo che rappresenta – appunto – un agnello che regge uno stendardo.

Al civ. n. 6 si trova il Palazzo di Vincenzo e Carlo Pallavicino, l’edificio più importante della piazzetta, noto anche come Pallavicino Richeri o Palazzo Cicala.

“Il rilievo dell’agnello al Civ. n. 9”.

Fu progettato da Bernardino Cantone nel 1542 su precedenti proprietà e, nella parte esterna, era decorato con sfarzosi affreschi di Lazzaro Calvi, lo stesso magnifico artista che ha realizzato le pitture del Palazzo Antonio D’Oria (Prefettura). Oggi, di queste splendide opere rimane solo una traccia sbiadita che meriterebbe un adeguato restauro.

Il portone a colonne doriche che poggiano su basi decorate con fregi di teste di leone, meduse, trofei di guerra è attribuito ai grandi maestri antelami rinascimentali (provenienti dal comasco e dall’alta Lombardia) Giacomo della Porta e Nicolò da Corte.

Sull’architrave risaltano due sinuose figure femminili adagiate su un letto di cornucopie ricche di fiori e frutti, che rappresentano le virtù. In origine le due statue reggevano lo stemma del Casato che è andato perduto.

Al primo piano le finestre con gli archi a tutto tondo sono nobilitate da tre sculture di Tritoni che sorreggono panoplie. Non si conosce con certezza l’autore di tali opere tuttavia secondo alcuni studiosi sarebbero addirittura riconducibili nientepopodimeno che al Montorsoli (chiesa di S. Matteo e relativa Cripta, giardini Villa del Principe).

Scenografico come si conviene l’atrio e le scale con le volte a crociera con peducci in pietra nera, colonne doriche e, all’ultimo piano, una balaustra con colonnine, capitelli, profilo cordonato e una testina in marmo, sporgente.

Molti dei portoni interni che dividono i singoli appartamenti sono impreziositi da portali con decorazioni e fregi.

All’esterno del palazzo una lapide ricorda il presunto padrone di casa Lanfranco Cicala, poeta e uomo di legge del XIII sec. Presunto per non dire “apocrifo” visto che secondo gli storici l’illustre letterato sarebbe nato in Piazza delle Scuole Pie. Gli stessi non concordano invece sull’origine del casato: secondo alcuni proveniente dalla Germania, per altri da Ventimiglia o persino, secondo altre fonti, da Lerici.

In ogni caso la famiglia Cicala sarebbe giunta a Genova intorno al 942.

Piazza dell’Agnello”. Foto di Leti Gagge.

“Scorcio della Piazza”. Foto di Leti Gagge.

“Fregi della base della prima colonna”. Foto di Leti Gagge.

“Fregi della seconda base dell’altra colonna”. Foto di Leti Gagge.

“Elegante Portone di Palazzo Cicala”. Foto di Leti Gagge.

“Testina di marmo su balaustra di Palazzo Cicala”. Foto di Leti Gagge.

Al civ. n. 2 risalta un altro edificio del sec. XVII il cui portone in marmo è decorato con semi colonne doriche rudentate. Sul sovrastante architrave due mascheroni e putti reggono un cartiglio abraso. Sovrastato da un mascherone ghignante il timpano spezzato una cornice con il trigramma di Cristo.

Anche la famiglia Pinelli che dà il nome alla vicina Piazza e che si è sempre distinta nell’ambito della fazione ghibellina, ha origine germaniche. Intorno a questa piazza ruotavano tutte le attività legate alle consorterie del loro importante Albergo denominato degli Scipionibus. Un Casato assai influente a Napoli e Venezia ma soprattutto a Siviglia in Spagna, quartier generale dei suoi ingenti e remunerativi traffici marittimi.

Al civ. n. 5 si nota un curioso quanto insolito sovrapporta con due angioletti in volo che sorreggono il trigramma di Cristo. Tali tipologie decorative infatti erano prerogativa di edifici a carattere religioso per cui si suppone che tale fregio sia stato recuperato da qualche chiesa o oratorio o, comunque, arredo sacro.

Al civ. n. 2 la dimora più importante della piazza: il Palazzo Pinelli Parodi del XVI sec. caratterizzato da un elegante portone in marmo bianco con colonne ioniche scanalate. All’interno atrio e scale sono con volta a crociera. Le colonne sono doriche mentre tutto il rivestimento dello zoccolo presenta colorati azulejos. Gli esterni sono decorati con affreschi e disegni architettonici. Inglobata ormai nella proprietà tracce della torre medievale appartenuta in precedenza alla potente famiglia dei Cebà.

Al civ. n. 1 il portone in pietra con semi colonne doriche in marmo. Sul trave in pietra nera di Promontorio sono inserite le decorazioni con elmi e clipei in marmo.

Il restauro avvenuto circa un decennio fa ha permesso il parziale recupero di brani degli affreschi che lo decoravano sfarzosamente in ogni suo centimetro.

Al civ. n. 3 un altro portale in pietra nera adornato con medaglioni imperiali e trave decorato con fiori vari e lo scudo, oggi abraso, del Casato. Sopra si notano tre finestrelle a bifora rettangolare con colonnina centrale del XIV sec.

“Vano scale Palazzo Pinelli Parodi”. Foto di Leti Gagge.

Le due poco celebrate, rispetto ad altre contrade dei caruggi, Piazzette costituiscono comunque preziosa testimonianza di un glorioso e opulento passato.

“Sovrapporta del civ. n. 5”. Foto di Leti Gagge.

“Sotto le doppie finestre brani di rivestimento in azulejos”. Foto di Leti Gagge.

“Piazza Pinelli”.Foto di Leti Gagge.

“Scorcio della piazza visto da Palazzo Pinelli Parodi”. Foto di Leti Gagge.

“Torre Cebà inglobata nel Palazzo Pinelli”. Foto di Leti Gagge.

“Portale Palazzo Pinelli Civ. n. 1”. Foto di Leti Gagge.

“Ancora il portale del Civ. n. 1 con tracce di affreschi sopra il trave”. Foto di Leti Gagge.

“Curiosando dietro il Portone del Civ. n. 1”. Foto di Leti Gagge.

“Da dentro il Portone del Civ. n. 1”. Foto di Leti Gagge.

“L’accesso dello scalone interno”. Foto di Leti Gagge.