Vico alla Casa di Mazzini

Da Via Cairoli s’imbocca vico alla Casa di Mazzini che introduce in Via Lomellini al quattrocentesco Palazzo Adorno.

L’edificio nella versione odierna è frutto della ristrutturazione di metà ‘800.

Nel 1925 è stato dichiarato monumento nazionale e dal 1934 ospita la sede del museo del Risorgimento italiano perché fu – appunto – a partire dal 1794 la dimora natale dell’apostolo della Libertà.

La Grande Bellezza…

In copertina: Vico alla Casa di Mazzini. Foto di Stefano Eloggi.

Vico chiuso del Leone

Circa a metà della Salita San Siro che raccorda piazza del Fossatello con la chiesa, la ex cattedrale di S.Siro ci si imbatte in un sinistro cancello varcato il quale si accede all’angusto vico chiuso del Leone.

Il buio caruggio versa nel più completo degrado: fili penzolanti, depositi rifiuti, muri scrostati.

Eppure anche questo apparentemente anonimo vicolo ha la sua storia da raccontare legata in questo caso al nome dell’albergo Leon Rouge dove nel 1857 la polizia sabauda aveva attirato con l’inganno Mazzini per arrestarlo.

Costui riuscì ad evitare l’imboscata trovando rifugio e accoglienza in vico delle Monachette.

La Grande Bellezza…

In copertina: Vico chiuso del Leone. Foto di Roberto Crisci.

Storia di San Siro e il basilisco…

Seguendo la tradizione San Siro, vissuto per alcuni nel quarto secolo d. C, per altri nel sesto, sarebbe il secondo Vescovo di Genova.

La sua storia giunge ai giorni nostri tramandata dalla “Historia Genuae” di Jacopo da Varagine, autore, fra l’altro, anche della ben più celebre “Legenda aurea”.

Secondo questo racconto, in un pozzo poco distante dalla cattedrale dei Dodici Apostoli, appunto odierna S. Siro (dove, per altro sarà battezzato un altro apostolo, quello della libertà, il Mazzini), viveva un terribile serpente (rappresentato anche come un gallinaccio) che, con il suo alito pestilenziale, infestava la città.

Dopo inutili preghiere, penitenze e digiuni, Siro si recò al pozzo e, calatovi un secchio gli intimò di salirci dentro per farsi tirare fuori.

"Lastra marmorea scolpita su palazzo Pinelli che ricorda il miracolo di Siro".
“Lastra marmorea scolpita su palazzo Pinelli che ricorda il miracolo di Siro”.

 

Il basilisco, ammansito, si raggomitolò nel secchio e così il Vescovo poté mostrarlo al popolo.

Senza minaccia alcuna gli impose di raggiungere il mare, cosa che il mostro fece, senza opporre resistenza.

Il miracolo è raffigurato in un meraviglioso affresco del diciottesimo secolo nel coro della chiesa ad opera del Carlone. Questi, ricercato per omicidio, si era lì rifugiato, godendo del diritto di asilo del luogo sacro e, con il suo affresco, aveva inteso sdebitarsi.

S. Siro e il basilisco anticipa alcuni dei temi e dei segni che caratterizzeranno il simbolo militare di Genova, S. Giorgio e il drago.

In realtà Siro apparteneva alla corrente religiosa che si opponeva all’arianesimo, qui dal serpente rappresentato, sconfitto dalla verità e capacità di persuasione del Vescovo.