Madonna col Bambino e San Giovannino in Via della Maddalena

In Via della Maddalena all’esterno della chiesa si trova l’edicola della Madonna col Bambino del sec. XVII – XVIII.

Il tempietto marmoreo è in stile classico con colonne lineari e timpano curvo e spezzato la cui cornice è stata restaurata nel 2009 – 2010.

Il dipinto originale è scomparso ed è stato sostituito – come ci ricorda la sottostante targhetta – nel 2011 – 2012 con una splendida Madonna col Bambino e San Giovannino ad olio su ardesia opera di Luca Orecchia in collaborazione con l’Accademia Ligustica di Belle Arti.

Edicola in Vico della Casana 6

“Edicola dell’Immacolata Concezione in Vico della Casana n. 6”.

In Vico della Casana n. 6 si può ammirare la settecentesca edicola della Madonna dell’Immacolata Concezione. In stile barocco è realizzata in stucco e ideata come una grande conchiglia che regge la mensa e il fastigio con teste di cherubini.

La nicchia che conserva la statua è incastonata in un’elaborata cornice policroma decorata con motivi floreali. L’intera struttura è appoggiata su grande arco in pietra tamponato a testimonianza di una precedente loggia,oggi scomparsa, in loco.

Sopra fregi di archetti in laterizio e peducci in pietra. Come spesso accade la statua originale della Vergine è stata rubata e sostituita con una copia.

L’Asinello l’aperitivo corochinato.

Per me che da studente nei primi anni ’90 bazzicavo nella zona soprattutto nelle serate del fine settimana era una tappa fissa. La “Movida” iniziava immancabilmente con uno o più giri di “asinello”, l’aperitivo corochinato genovese.

L’Asinello, distribuito da Vini Allara di Pra’ e prodotto dalla Toso Vini S.p.A. di Cossano Belbo (Cn), si ottiene con vino di qualità, zucchero, alcool e sapiente infusione di selezionate erbe, fiori, semi, bacche e cortecce aromatiche, in proporzioni gelosamente custodite.

Riporto pari pari quanto decretato dagli enologi:

“Al naso ha sentori floreali, al palato è dolce con finale amarognolo. È duttile nell’utilizzo: a fine pasto, come base cocktail e come aperitivo”.

Negli anni ’60 l’Asinello ebbe il suo periodo di maggior splendore ma fu agli inizi degli anni ’70 che iniziò a diffondersi su larga scala. Gli attempati ragazzi di allora ricordano ancora la città tappezzata di inconfondibili manifesti arancioni con la bottiglia del liquore protagonista in primo piano accanto al volto sfocato di una ragazza con slogan, un po’ in stile “Milano da bere”, del tipo:

«Il vero Corochinato» e «oggi beviamo un vino aperitivo».

Ma l’aperitivo «di gran lusso l’asinello», come recita l’inimitabile etichetta retrò verde chiaro (etichetta originale che si porta sulle spalle più di un secolo!) per fortuna non è milanese ma genovese e vanta una genesi antica in linea con quella della nostra città.

“L’Asenetto” nasce infatti nel remoto 1886 – spiegano gli esperti in materia – ancora da un vino bianco «neutro» aromatizzato tipo Vermouth, che passa attraverso l’infusione a freddo per un mese di circa 18 selezionate erbe, bacche, fiori, semi e cortecce aromatiche (tra essi china, salvia sclarea, cardo santo, bacche di ginepro, assenzio pontico, condurango, legno di quassio, radice di genziana) ed arriva dopo circa 6 mesi di invecchiamento in vasca a 16% alcolici.

Veniva normalmente servito liscio, con seltz o con l’aggiunta di un’oliva o, in alternativa, di una fetta di limone magari accompagnato a qualche tocchetto di focaccia.

Con abile intuizione il Corochinato» si chiama così perché unisce il nome del borgo di Coronata (il primo vino usato era infatti un bianco di Coronata) a quello della China (nota corteccia di piante arboree usata anche per le virtù digestive), che ne è ingrediente fondamentale. 
Testimone di uno stile di vita e di uno “scorrere del tempo” meno vorticoso tutta la filiera della sua produzione era artigianale.

Addirittura fino a pochi anni fa persino il codice a barre veniva applicato a parte ed a mano su ogni singola bottiglia.

Ma se volete gustarlo ancora oggi – niente paura – in Via Canneto il Lungo 77 esiste l’antica bottiglieria Marchesa che dal 1982 ne è divenuta l’indiscussa depositaria e regina.

A tal punto che, per tutti nei caruggi, il suo è il Bar degli Asinelli!

La Casa delle Barche

La zona di S. Francesco da Paola è quella che ospita l’omonimo santuario tanto caro ai naviganti.

Non stupitevi quindi quando, in Via Pagano Doria, incontrate l’elegante edificio del civ. n.42 con balconi e cancellate a forma di barche…

La Grande Bellezza…

La Madonna di Via Caffaro

All’angolo della salita di Via Caffaro, posta molto in alto rispetto al piano visivo, si trova l’edicola di fine ‘800 di Madonna col Bambino.

Si tratta di un rilievo marmoreo rettangolare ormai completamente annerito da smog e fuliggine.

Alla base l’epigrafe di estrazione secentesca:

“Svb Tvvm Praesidivm”.

Edicola delle Grazie angolo San Bernardo

In Via delle Grazie all’angolo con Via San Bernardo si staglia l’imponente edicola marmorea della Madonna delle Grazie. L’immagine era quella classica con la secentesca statua della Vergine che teneva in braccio sulla parte sinistra il Bambinello. Il tempietto è molto sporgente e presenta ai lati ampi festoni a motivi floreali che avvolgono le due parti dell’angolo del palazzo.

Il tabernacolo è costituito da due saldi pilastri in bugnato squadrato ingentilito dalla volta a conchiglia.

Il fastigio, le decorazioni floreali e il cartiglio muto sotto la mensa sono andati distrutti o irrimediabilmente danneggiati.

Persa anche la statua originale tanto cara ai naviganti che si recavano in visita al vicino Santuario, oggi sostituita da una generica statuetta della Madonna.