Zena la Bella

Impaziente di ammirare Zena (in arabo) “La Bella” il tramonto squarció le nubi e quando la vide lì, sdraiata come una sirena, la rivestí con i suoi infuocati riflessi di un regale manto dorato.

Genova con i suoi campanili di pietra, i palazzi di marmo e i tetti d’ardesia, arrossì vanesia!

La Grande Bellezza…

Dalla Spianata

“Panorama dalla Spianata di Castelletto”.

“Oh covata con gli occhi dalla spianata di Castelletto, la città che lì sotto s’accavalla! un mare in burrasca pietrificato, verso cui d’ogni parte si sporge questa terrazza spazzata dal vento. Fessure vi si aprono le strade e vi si stacca qua e là il verde d’un parco, la nebbia rugginosa dell’Acquasola. Ecco il palazzo a imbuto del Municipio, la colombaia delle monache di clausura, l’occhio giallo del Carlo Felice. A momenti si specchierà nel mare che impaluda tra i docks il mazzo di lumi di San Benigno.
Quassù il caffè Spertino, gabbia di vetro che il tramonto fondeva, pare adesso di madreperla. Dentro vi affiora e risprofonda l’ascensore in un silenzio irreale. Uscendone, una donna mi sfiora. A questo balcone spalancato su Genova si potrebbe, un’ora come questa, aspettare l’Amore.

Cit. Camillo Sbarbaro

La Grande Bellezza…

Gelosa Bellezza

“Ci sono giorni in cui la bellezza gelosa di questa città sembra svelarsi: nelle giornate terse, per esempio, di vento, quando una brezza che precede il libeccio spazza le strade schioccando come una vela tesa. Allora le case e i campanili acquistano un nitore troppo reale, dai contorni troppo netti, come una fotografia contrastata, la luce e l’ombra si scontrano con prepotenza, senza coniugarsi, disegnando scacchiere nere e bianche di chiazze d’ombra e di barbagli, di vicoli e di piazzette”.

Cit. Antonio Tabucchi.

La Grande Bellezza…

Foto di Leti Gagge.

Tramonto sul Porto

“Un cupo rossore infuocava le facciate marmoree dei palazzi ammassati lungo le pendici di un’arida collina il cui spoglio crinale tracciava, alto sul cielo che imbruniva, un rigo luminoso e spettrale. Il sole invernale tramontava sul golfo di Genova. Oltre la costa a oriente il cielo era come vetro scuro. Anche il mare aperto aveva un aspetto vitreo, e sulla sua superficie rossastra la luce della sera indugiava come incapace di staccarsene. Le vele di alcune feluche alla fonda apparivano rosee e allegre, immobili nell’oscurità crescente. Tutte puntavano la prua verso la Superba. All’interno del molo, che era lungo e terminava con una tozza torre rotonda, l’acqua del porto si era fatta nera”.

Cit. Joseph Conrad

La Grande Bellezza…

La Collina delle Meraviglie

“Questa chiesa di Carignano sarebbe un vero capolavoro di grazia e di nobiltà accanto a Nostra Signora di Loreto (in via Lafitten a Parigi): se non sbaglio è una croce greca, con un’altissima cupola in mezzo. Per L’Italia non ha nulla di eccezionale, ma la posizione è stupenda: l’hanno costruita sopra un monticello che interrompe il general digradare di tutto l’anfiteatro di Genova verso il mare, così che la si vede dappertutto, condizione essenziale da queste parti perché una chiesa abbia successo. Bisogna che i marinai a cui la tempesta fa paura la vedano di lontano; allora fanno dei voti a quella Madonna che vedono”.

Cit. Stendhal.

Foto di Bruno Tore.

Il Presepe di Luci

«I genovesi non sono egoisti come qualcuno – sbagliando – sostiene. Abbiamo voluto metterti Genova attorno, Gesù bambino, perché queste pietre, queste torri, queste mura sono tenute insieme da un cemento fatto di fede …»

Cit. da Versi in dialetto del poeta Sandro Patrone.

La Grande Bellezza…

Foto di Danilo Lo Re.

Edicola del Piola in Via Romana della Castagna

Non si tratta di un’edicola come tante bensì di una dolcissima Madonna con Bambino realizzata nientepopodimeno che da Domenico Piola

Imboccando Via Romana della Castagna a Quarto lungo il suggestivo tragitto percorso dal Vescovo di Guadalajara Alfonso Pecha e da Santa Brigida diretti verso Roma capita di imbattersi in un portone adornato da un bellissimo murale.

Non si tratta di un’edicola come tante bensì di una dolcissima Madonna con Bambino realizzata nientepopodimeno che da Domenico Piola. In cima al tondo che racchiude il dipinto, protetto da una teca in vetro, un cartiglio con il monogramma di Maria.

La Grande Bellezza…

“Primo piano dell’edicola del Piola”. Foto di Marco Toma.

La Natività dello Schiaffino…

l celebre Francesco Maria Schiaffino che con sorprendente leggerezza sfrutta ogni centimetro di marmo per scolpire la sua splendida Natività.

Nella chiesa delle del S.S nome di Maria e degli Angeli Custodi  in Piazza delle Scuole Pie sono custodite una serie di lastre marmoree preziosa testimonianza del talento di alcuni dei più importanti scultori del ‘700 genovese quali Nicolò Traverso, Carlo Cacciatori e Francesco Fanelli. 

Fra queste in particolare merita menzione la composizione realizzata dal loro maestro, il celebre Francesco Maria Schiaffino che con sorprendente leggerezza sfrutta ogni centimetro di marmo per scolpire la sua splendida Natività.

Ancora S. Ilario

Non conosco l’esistenza di questo Ilario [Sant’Ilario] dove risiedete. Mi chiedo se si tratta d’uno di quei deliziosi piccoli paesi de la riviera di Levante

“Non conosco l’esistenza di questo Ilario [Sant’Ilario] dove risiedete. Mi chiedo se si tratta d’uno di quei deliziosi piccoli paesi de la riviera di Levante. Che ricordi mi hanno lasciato i soggiorni da quelle parti e, in particolare, un certo mese d’agosto, a Nervi – nel 1887! […] Si andava da Genova a Nervi! Una leggera colazione e, subito dopo il caffè – all’acqua! Tre o quattro ore d’acqua calda, profonda, tra gli scogli giovani uomini e fanciulle. Si saliva sulle rocce e ci si rituffava nel mare, indefinitamente. Poi ci si rivestiva in una specie di grotta marina, quasi tenebrosa, ingombra di remi. Queste immagini di sole familiare, d’acqua pungente, di vita passata in seminudità, di tempi cocentemente perduti… sono rimasti dentro di me, a lungo, quali risorsa e ideale. Ahimé, ora sento di non riattraversare più queste visioni, così potenti, che tanto significavano la giovinezza. Fino a qualche anno fa non avrei mai pensato di rifiutare, che so, quel calore e quei preservati vigori”.

Cit. Paul Valery.

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I Fuochi della rinascita

“La cosa importante non erano i fuochi d’artificio, ma il fatto di essere lì, quella sera in quel posto, a guardare il cielo noi due insieme

Domenica 2 dicembre 2018 Genova ha celebrato la sua simbolica rinascita, dopo le recenti disgrazie, al ritmo delle note dell’Aida di Verdi. I fuochi d’artificio incendiano con i loro potenti bagliori il Palazzo Ducale, la Sede della Regione, il Palazzo De Ferrari (residenza genovese di Napoleone, il Carlo Felice e l’Accademia Ligustica. Al centro la fontana brilla, a seconda dei colori, come un diafano diamante o un prezioso diadema colorato.

“La cosa importante non erano i fuochi d’artificio, ma il fatto di essere lì, quella sera in quel posto, a guardare il cielo noi due insieme nello stesso momento, ascoltare sottobraccio il boato dei fuochi, con lo sguardo rivolto nella stessa direzione di tutti coloro che si trovavano lì”.
(Banana Yoshimoto).

“Lei sfogliava i suoi ricordi
le sue istantanee
i suoi tabù
le sue madonne i suoi rosari
e mille mari”.

Cit. da “Aida” di Rino Gaetano.

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