“Un incantevole teatro”…

“Come fu giorno, feci una passeggiata sul colle e osservai la posizione di Genova: un incantevole teatro che ha spinto da sempre i suoi abitanti a dominare il mare e dal quale sono venuti i più grandi eroi. O divino Colombo e tu, Andrea Doria, che passeggiate ora in coppia con i Temistocli e gli Scipioni, io vi adoro nella polvere, semidei fra gli uomini! Se anche a me fosse concessa una simile sorte! Volgevo lo sguardo verso l’immensa sfera di acqua e la sua infinita maestà voleva spezzarmi il petto; il mio spirito si librava lontano, sopra il cuore degli abissi, e ne percepiva con indicibile delizia tutta la immensità”.

Cit. Wilhelm Heinse (1749-1803). Scrittore tedesco.

In Copertina: Panorama di Genova. Foto di Leti Gagge.

“E tu Genova, gloriosa te ne stai”…

“E tu, Genova, gloriosa te ne stai. Oggi la tua repubblica si adorni di nuovi, vivaci colori, perché, fra i tanti tuoi eroici e intraprendenti capitani, Colombo è fra i migliori.

Ora il mai visto orizzonte degli Indiani d’Occidente, si può ammirare qui, in Spagna, come dalla sommità d’un’alta montagna”.

Cit. Lope de Vega.

La Grande Bellezza…

Foto di Agnese Barbara Cittadini.

… Quando c’era l’uovo di Colombo…

Quando nel 1892 per omaggiare il grande navigatore genovese fu allestito, in occasione dell’Expo a questi intitolato, un singolare ristorante dalla forma ovale: “Uovo di Colombo” così si chiamava la struttura, suddivisa su tre piani, alta 26 metri, che ospitava altrettanti lussuosi saloni sovrapposti dove pranzare in un contesto signorile. Specialità? Ovvio uova cucinate in tutte le maniere!

Storia di marinai…

galee… scoperte geografiche… cartografi.

Genova e il mare sono un binomio inscindibile non c’è mare senza Genova e viceversa.
Nel libro Genesi, il quarto giorno Dio crea il mare e dice a Genova: “prendilo è tuo”.

Naturalmente sto scherzando ma il mare per Genova significa commercio, sostentamento, campo di battaglia, scoperta, scalo portuale, vita!

I genovesi ereditano dai greci e dai romani la vocazione marittima per farne un’arte di millenaria tradizione.
Nel ‘200 i fratelli Vivaldi anticipano con il loro “folle volo” dantesco le rotte di Colombo.
Antonio da Noli scoprirà Capo Verde, Lanzarotto di Maloccello, le Canarie (da qui Lanzarote), altri esploratori e marinai, per conto dei portoghesi, le Azzorre.
Quando il mondo é svelato Colombo, per azzardo e caso, ne scopre un altro.

I cartografi genovesi (vedi Museo navale di Pegli e il Galata) rappresentano geograficamente e politicamente i nuovi mondi, come nessun altro.

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“Galea genovese, quadro conservato nel Museo di Pegli”.
Nel ‘500 la flotta di galee più numerosa è quella veneziana, poi segue quella turca, terza la genovese ma prima per qualità costruttiva.
Se quelle degli altri durano in media dodici anni, quelle genovesi diciotto.
I nostri Maestri d’ascia, come i tecnici della formula uno oggi, erano assoldati dalle potenze straniere per trasferirvi il loro sapere.
Si diceva: “… per essere un vero marinaio devi aver navigato sulle navi di S. Giorgio”.
Galee genovesi ROSSE, su un mare BLU (che bei colori… ritornano sempre).
Scoperto il nuovo mondo costruiscono navi più grandi, idonee a trasportare ori e argenti e merci sconosciute, adatte a superare le onde e i venti dell’Atlantico, le Caracche antenate dei galeoni.
“L’oro nasce in America, cresce in Spagna, muore a Genova”…. recitava un vecchio adagio spagnolo.

Riproduzione in scala 1:1 di galea genovese del seicento. Foto tratta dal Galata Museo del Mare.

In copertina: Progetto per la poppa di una nave di Domenico Piola. Foto del Prof. Emiliano Beri.