Storia dell’Ammiraglio…

comandante supremo di tutte le forze cristiane per mare (Venezia esclusa)…
Nel 1512 all’età di quarantasei anni Andrea Doria, dopo una lunga esperienza come capitano d’artiglieria presso lo Stato Pontificio, ottiene dalla Repubblica di Genova il suo primo incarico marittimo, iniziando così la leggendaria epopea del più grande ammiraglio che l’Occidente Cristiano abbia mai avuto.
L’ascesa è rapida: con un’azione ardita rompe il blocco navale francese in porto, assedia e occupa la Briglia (la fortezza ai piedi della Lanterna) e libera la città dagli invasori.
Questa impresa e il conseguente incarico ottenuto di pattugliare le coste per fermare i pirati contribuiscono al suo blasone.
Andrea, in mare, è invincibile.
Passa al servizio della Francia per la quale compie il capolavoro, sconfigge e cattura a Varazze, l’ammiraglio Moncada, comandante in capo della marina spagnola.
A seguito di divergenze con i reali francesi torna a navigare per il Vaticano, per conto del quale, distrugge a Piombino la flotta di Sinan l’Ebreo, luogotenente del Barbarossa.
Ma nel 1527 dopo il Sacco di Roma riprende il comando della flotta francese nel Mediterraneo cagionando numerose e sanguinose sconfitte agli spagnoli, catturandone uno dei tre principali ammiragli e, uccidendone gli altri due (fra cui il Moncada).

"La Sala del potere con sullo sfondo il celebre ritratto del Del Piombo".
La Sala del potere con sullo sfondo il celebre ritratto di Agnolo Bronzino 1540/50 circa che ritrae il Principe nelle sembianze di Nettuno.

Il 1528 è l’anno del colpo di scena; Doria viene ingaggiato dagli Spagnoli, firmando il 10 agosto con l’Imperatore Carlo V, la “Convenzione di Madrid”, in base alla quale si garantisce l’indipendenza della Repubblica, la sottomissione alla stessa della ribelle Savona, l’armamento biennale di dodici galee (il famoso “asiento”, il contratto di nolo delle navi) e il titolo di ammiraglio supremo, il tutto corredato da un faraonico compenso di sessantamila scudi, il doppio di quanto percepito sotto le insegne francesi e papali.
Un mese dopo schiera la sua flotta all’ingresso del porto impedendo la fuoriuscita dei francesi.
Il Senato invia ambasciatori per convincerlo a ritirarsi, in realtà  costoro gli assicurano il loro stesso appoggio e quello del popolo.
Al grido di “Viva San Giorgio e la Libertà“, due schiere sbarcate a Sarzano convergono sul Palazzo Ducale.
I Francesi si rifugiano nel Castelletto e, dopo un lungo assedio, in ottobre si arrendono.
Il 13 settembre di quell’anno Genova era comunque di fatto già libera e l’ammiraglio, rifiutando il personale dominio della città, pronunziava il celebre discorso a favore “dell’Unione” (fra nobili e popolari):

“Genova è nata libera e libera deve restare”…. a 62 anni Andrea Doria è al culmine della sua fama.
Il Mediterraneo è ripulito da Turchi e pirati, Solimano il Magnifico, imperatore turco, assiste incredulo alla fuga della sua flotta davanti al Genovese.
Ludovico Ariosto ne “L’Orlando Furioso” verseggia:

“Questo è quel Doria che fa dei pirati, sicuro il vostro mare da tutti i lati”… ma il bello deve ancora venire…
L’ammiraglio  camperà 94 anni e, a 89 sarà ancora in mare aperto a dirigere la sua flotta…ma queste sono altre storie…
continua…
In Copertina: Ritratto di Andrea Doria opera di Sebastiano del Piombo 1526 conservato presso la villa del Principe.