Storia di una Croce, di una Bandiera…

di un re, di un viaggio… di un , il VESSILLO.

Già nel 700 d. C. era presente in città una guarnigione di soldati bizantini che aveva il compito di mantenere le coste libere da scorrerie piratesco musulmane.
Erano così ben integrati e accetti nel tessuto sociale cittadino che, quando portavano in processione lo stendardo del loro Santo (S. Giorgio) nell'omonima chiesa, a loro si univa spontaneamente la popolazione.
Venerati quindi, da tempi remoti, e la sua croce, il cui utilizzo è già attestato dal 1096 divennero, dopo le imprese dell'Embriaco nel 1099 simbolo ufficiale della nascente Repubblica.

 

"Il Gonfalone di San Giorgio".
“Il di ”.

Nel 1190 Riccardo Cuor di Leone, sovrano d'Inghilterra, chiese ai genovesi navi, marinai, ammiragli e scorte per trasportare il suo esercito a Gerusalemme.
Durante la traversata si accorse che musulmani, turchi, spagnoli, e catalani se ne stavano ben alla larga.
Incuriosito ne chiese il motivo all'ammiraglio Lercari comandante della spedizione, il quale probabilmente dette una risposta simile a questa: “Vede Vostra Maestà, indicando la , tutti sanno che chi osa attaccar battaglia contro un legno difeso da questa insegna, incorrerà in morte certa” (il corpo dei Balestrieri, di cui erano dotate le galee genovesi, incuteva infatti rispetto e terrore in tutti i mari).
Il re chiese allora, versando un canone annuale, di poter battere nel Mediterraneo e nel Mar Nero la bandiera genovese, in modo che nessuno osasse attaccar briga.
Dopo un paio di secoli, a seguito dei buoni rapporti instauratisi, i genovesi regalarono agli inglesi l'uso della bandiera che, ancora oggi è simbolo dell'Inghilterra, di Londra e della Marina Militare britannica.
Questa è la versione tramandata dalla successiva storiografia cinquecentesca (Annali del 1537 del Giustiniani) a scopi propagandistici alla quale si affianca un'altra curiosa aneddotica storiella.

Tale leggenda narra che agli inglesi, i genovesi abbiano venduto anche le spoglie del Santo (un Moro imbalsamato vestito da crociato) e addirittura il drago (un gigantesco coccodrillo del Nilo, animale che in Europa pochi conoscevano, anch'esso imbalsamato).

Storie suggestive e affascinanti ma purtroppo non dimostrabili.

Spesso il confine tra storia e leggenda è labile ma, in questo caso, è facilmente tracciabile. Ad oggi infatti, non esiste alcuna prova che attesti  l'esistenza di questo -è il caso di dirlo- sbandierato canone.

Non solo: è inoltre appurato che gli inglesi, come testimoniato dal celebre arazzo di Bayeux (1070/1080) che rappresenta la battaglia di Hastings del 1066 e dalla cronaca della spedizione di conquista di Guglielmo di Poitiers (“Gesta Guillelmi”), usassero ben prima del 1090 la bandiera con croce rossa in campo bianco denominata a quel tempo di San Pietro e solo successivamente di San Giorgio.

È importante infatti precisare che fino al 1242 coesistevano sia la bandiera del Comune (Croce rossa in campo bianco) di San Giorgio, primitivo vessillo di San Pietro, che il vessillo, citato per la prima volta nel 1198, (gonfalone del santo a cavallo che uccide il drago).

Anzi, fino a tale data, il vessillo di San Giorgio era identificato esclusivamente con il gonfalone mentre lo stendardo rosso crociato era associato solo al Comune.

L'associazione del Vessillo di San Giorgio alla rappresentazione della bandiera è quindi posteriore al 1242.

Come detto in altre occasioni, il Vessillo di S. Giorgio inteso come  gonfalone veniva dunque consegnato, dopo solenne processione e cerimonia al capitano della Galea ammiraglia (per poter issare la bandiera dovevano salpare minimo cinque navi in assetto da guerra con a bordo almeno venti ) al grido di battaglia: “PE ZENA E PE SAN ZORZO”(del quale non vi sono tracce scritte ma che viene tramandato oralmente da secoli), con l'impegno di onorarlo in battaglia e di riportarlo a casa, a qualunque costo.

Nonostante le sconfitte, a volte subite in 500 anni di guerre, il VESSILLO è sempre tornato sano e salvo.
 
“Brano dell'arazzo di Bayeux in cui le navi normanne di Guglielmo il Conquistatore issano il vessillo di San Pietro con la croce rossa in campo bianco”.

In Copertina: il Gonfalone di San Giorgio.

15 pensieri riguardo “Storia di una Croce, di una Bandiera…”

  1. Proprio non sapevo che la bandiera inglese avesse questa origine: un altro motivo di orgoglio genovese! Grazie

    1. E poi dopo una coppa europea 2020 si permettono di calpestare la bandiera italiana durandte un campionato di calcio , quando grazie a quella bandiera che portano , i genovesi gli hanno parato il culo per 300 anni , ed ad oggi la regina elisabetta permette che gli huligans facciano risse contro di noi solo perche non sanno perdere

      1. Se hai letto fino in fondo al racconto avrai compreso che la bandiera di Genova con quella inglese, al di là delle leggende che ho narrato, non c’entra nulla. Quindi la faccenda dell’utilizzo è una clamorosa panzana.

  2. Sapevo dell’origine della bandiera inglese e mi ha sempre affascinato il fatto che quella bandiera e quei colori ha poi formato tante alte bandiere: la Union Jack, la bandiera Australiana, quella neozelandese, etc…
    Forse anche il colore delle strisce USA (la cui bandiera immagino derivi in qualche modo da quella britannica) sono da ricollegarsi al bianco e rosso di S.Giorgio.

    Insomma la genovesissima croce di San Giorgio ha fatto il giro del mondo.

  3. La storia della nostra bandiera mi piace raccontata da te. Gli inglesi se ne sono impossessati ma quello che non mi va giù è che la flotta inglese sia venuta a bombardare Genova con la nostra bandiera il 9 febbraio 1941 causando grandi distruzioni con molti morti e feriti.

    1. Ciao Sergio, lo puoi trovare direttamente sul sito nella sezione curiosità in tavola oppure sulla pagina Facebook di amezena.

  4. Solo le navi Veneziane potevano andare avanti e indietro verso Bisanzio indisturbate, erano navi troppo superiori x essere attaccate, oltretutto potevano fare affari dove altri non potevano.. Si dice che se non fosse stato x i Genovesi (che fecero usare la croce di San Giorgio), gli inglesi sarebbero stati annientati dai Saraceni

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