Storia di San Siro e il basilisco…

Seguendo la tradizione , vissuto per alcuni nel secolo d. C, per altri nel sesto, sarebbe il secondo Vescovo di .

La sua storia giunge ai giorni nostri tramandata dalla “Historia Genuae” di Jacopo da Varagine, autore, fra l'altro, anche della ben più celebre “Legenda aurea”.

Secondo questo racconto, in un pozzo poco distante dalla cattedrale dei Dodici Apostoli, appunto odierna S. Siro (dove, per altro sarà battezzato un altro apostolo, quello della libertà, il ), viveva un terribile serpente (rappresentato anche come un gallinaccio) che, con il suo alito pestilenziale, infestava la città.

Dopo inutili preghiere, penitenze e digiuni, Siro si recò al pozzo e, calatovi un secchio gli intimò di salirci dentro per farsi tirare fuori.

"Lastra marmorea scolpita su palazzo Pinelli che ricorda il miracolo di Siro".
“Lastra marmorea scolpita su Pinelli che ricorda il miracolo di Siro”.

 

Il basilisco, ammansito, si raggomitolò nel secchio e così il Vescovo poté mostrarlo al popolo.

Senza minaccia alcuna gli impose di raggiungere il mare, cosa che il mostro fece, senza opporre resistenza.

Il miracolo è raffigurato in un meraviglioso affresco del diciottesimo secolo nel coro della chiesa ad opera del . Questi, ricercato per , si era lì rifugiato, godendo del diritto di asilo del luogo sacro e, con il suo affresco, aveva inteso sdebitarsi.

S. Siro e il basilisco anticipa alcuni dei temi e dei segni che caratterizzeranno il simbolo militare di Genova, S. Giorgio e il .

In realtà Siro apparteneva alla corrente religiosa che si opponeva all'arianesimo, qui dal serpente rappresentato, sconfitto dalla verità e capacità di persuasione del Vescovo.

 

 

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